venerdì 2 dicembre 2016

I Sigilli di Giordano Bruno

I Sigilli sono proposizioni dei principi e delle tecniche dell'arte, ma magicizzate, complicate con lullismo e cabalismo, sviluppate in misteri imperscrutabili.
Bruno adattava ai suoi strani scopi un modo di presentazione dell'arte appreso nel suo convento domenicano.
Egli insiste sul fatto che le immagini devono essere impressionanti e associate l'una con l'altra.
Dà un elenco di trenta modi di formare immagini per ricordare concetti per associazione.
Come sistemi per i luoghi raccomanda quelli che chiama soggetti "semimatematici", vale a dire figure di diagrammi, che non sono matematiche nel modo normale, ma in qualche altro modo.
Bruno sta lavorando con due sistemi di idee, la memoria e l'astrologia.
Tenta di far funzionare sistemi di memoria basati sulla tradizione di memoria che insegnava che ogni cosa è  meglio ricordata se associata a un'immagine, immagini emozionanti e potenti e che dovrebbero legare fra loro per associazione.
I sistemi di Bruno sono basati su questi principi legati con il sistema astrologico, usando immagini dotate di potenza magica, luoghi "semimatematici" o magici, e gli ordini associativi dell'astrologia.
Bruno è  convinto che se è  in grado di costruire un sistema che proietti all'interno il sistema astrologico, e rifletta le mutazioni e le loro combinazione dei rapporti variabili dei pianeti con lo zodiaco e i loro influssi sulle case dell'oroscopo, sarà in condizione di sfruttare i meccanismi della natura stessa per organizzare la psiche.
Se escludiamo il termine "magico" e concepiamo gli sforzi di un artista della memoria occultista come orientati a trarre dalla psiche combinazioni di immagini "archetipiche", entriamo nell'ambito di alcune delle maggiori tendenze del pensiero psicologico moderno.
Attraverso la magia delle sue immagini di memoria archetipi egli vede i raggruppamenti naturali come collegati fra loro da anelli magici, che stringono fra loro le cose.
Se pensiamo all'interpretazione rinascimentale vediamo che la magia delle immagini poteva essere interpretata come magia artistica; l'immagine si rivestiva di poteri estetici, se veniva dotata di proporzioni perfette.
Potremmo aspettarci di trovare che in una natura altamente dotata, come quella di Giordano Bruno, l'intenso esercizio interno dell'immaginazione nella memoria potesse prendere forme esterne notevoli.
Bruno si rivela come un artista della memoria del Rinascimento.
Ai pittori e si poeti, dice Bruno, è  assegnato uguale potere.
Il pittore eccelle in potenza  immaginativa (phantastica vitrus), il poeta eccelle in potenza cogitativa, a cui è spinto da un entusiasmo che gli viene da un impulso divino a dare espressione alle cose.
Così la sorgente della virtù poetica e prossima alla sorgente della pittura.
Non c'è infatti filosofo che non modelli e dipinga;  sicché non si deve aver paura del detto "pensare è speculare con immagini" e l'intelletto "o è fantasia, o non esiste senza essa".
Lo scultore sta per scultore della memoria, modellatore di statue di memoria all'interno della psiche.
...fa pensare a Michelangelo che scava il blocco di marmo informe per liberare la forma che vi ha visto imprigionata.
....Come se, in questa interna modellazione di statue di memoria significative, in questo sbozzare forme straordinarie mediante la sottrazione di tutto ciò che non è essenziale, Giordano Bruno, l'artista della memoria, ci stesse introducendo nel cuore dell'atto creativo,  l'atto interno che precede l'espressione esterna.
Tratto da "L'arte della memoria" di Frances A. Yates

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