Se un papa (Paolo VI) non riuscì a salvare Moro, il suo predecessore (Giovanni XXIII) lo agevolò nella sua azione politica.
Una lettera di Aldo Moro (3 febbraio 1962) nella quale ringraziando il papa conclude: "Chino al bacio del S.Piede, prego voler gradire, Beatissimo Padre, i miei devoti ossequi".
Un laico è senza dubbio colpito dall'espressione "Chino al bacio del S.Piede".
Tanto più per l'analogia (coincidenza) con un episodio narrato nel libro dell'ex-segretario del partito fascista, Giovanni Giuriati...lo stesso Giuriati organizza un incontro tra don Sturzo e Mussolini per tentare di fondare in Italia una stabile concentrazione antisocialista.
L'incontro avviene nell'estate 1921 e la rievocazione inizia così: "Fu introdotto don Sturzo che s'inginocchiò davanti al cardinale (La Fontaine) e fece l'atto di baciargli la pantofola".
Un laico è senza dubbio colpito dall'espressione "Chino al bacio del S.Piede".
Tanto più per l'analogia (coincidenza) con un episodio narrato nel libro dell'ex-segretario del partito fascista, Giovanni Giuriati...lo stesso Giuriati organizza un incontro tra don Sturzo e Mussolini per tentare di fondare in Italia una stabile concentrazione antisocialista.
L'incontro avviene nell'estate 1921 e la rievocazione inizia così: "Fu introdotto don Sturzo che s'inginocchiò davanti al cardinale (La Fontaine) e fece l'atto di baciargli la pantofola".
Questa coincidenza del bacio del piede e della pantofola di due patriarchi di Venezia, in due fasi cruciali a quarant'anni di distanza dalla politica italiana, è una coincidenza tanto più significativa se si pensa che Moro e Sturzo sono considerati due campioni dell'autonomia politica dei cattolici nei confronti della gerarchica ecclesiastica.
Tratto da "Le coincidenze significative" di Giorgio Galli
Tratto da "Le coincidenze significative" di Giorgio Galli
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