.....Non terminerò questo capitolo senza segnalare una strana opinione di certi cabalisti che distinguono una morte apparente da una morte reale e credono che di rado esse siano simultanee.
Secondo loro la maggior parte di quelli che vengono seppelliti sarebbero vivi, e molti altri, che si credono vivi, sarebbero morti.
La pazzia incurabile, ad esempio, sarebbe secondo loro una morte incompleta ma reale che lascia il corpo terrestre sotto la direzione puramente istintiva del corpo siderale.
Quando l'anima umana subisce una violenza che non può sopportare, si separerebbe così dal corpo lasciando al posto suo l'anima animale o corpo siderale per cui questi resti umani divengono, in un certo modo, meno vivi degli stessi animali.
Si riconoscono, aggiungono, i morti di questa specie dalla completa estinzione di ogni senso affettuoso e morale; non sono né buoni né cattivi: sono morti.
Questi esseri, che sono i funghi velenosi del genere umano, assorbono quanta vita possono dai viventi; per questo il loro avvicinarsi agghiaccia l'anima e raffredda il cuore
Questi esseri cadaverici, se esistono, darebbero ragione a tutto ciò che si diceva una volta delle arpie e dei vampiri.
Non vi sono forse effettivamente delle persone presso a cui ci si sente meno intelligenti, meno buoni, talvolta persino meno onesti?
Non ve ne sono alcune il cui solo avvicinarsi smorza ogni credenza, spenga ogni entusiasmo; che vi tengono avvinti a loro con le vostre debolezze, vi dominano con le vostre cattive tendenze, vi fanno lentamente morire moralmente in un supplizio pari a quello di Massenzio?
Sono dei morti che crediamo vivi; sono dei vampiri che crediamo amici.
Capitolo 13
Eliphas Levi
La pazzia incurabile, ad esempio, sarebbe secondo loro una morte incompleta ma reale che lascia il corpo terrestre sotto la direzione puramente istintiva del corpo siderale.
Quando l'anima umana subisce una violenza che non può sopportare, si separerebbe così dal corpo lasciando al posto suo l'anima animale o corpo siderale per cui questi resti umani divengono, in un certo modo, meno vivi degli stessi animali.
Si riconoscono, aggiungono, i morti di questa specie dalla completa estinzione di ogni senso affettuoso e morale; non sono né buoni né cattivi: sono morti.
Questi esseri, che sono i funghi velenosi del genere umano, assorbono quanta vita possono dai viventi; per questo il loro avvicinarsi agghiaccia l'anima e raffredda il cuore
Questi esseri cadaverici, se esistono, darebbero ragione a tutto ciò che si diceva una volta delle arpie e dei vampiri.
Non vi sono forse effettivamente delle persone presso a cui ci si sente meno intelligenti, meno buoni, talvolta persino meno onesti?
Non ve ne sono alcune il cui solo avvicinarsi smorza ogni credenza, spenga ogni entusiasmo; che vi tengono avvinti a loro con le vostre debolezze, vi dominano con le vostre cattive tendenze, vi fanno lentamente morire moralmente in un supplizio pari a quello di Massenzio?
Sono dei morti che crediamo vivi; sono dei vampiri che crediamo amici.
Capitolo 13
Eliphas Levi
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