lunedì 15 aprile 2019

I figli del Sole e i figli della Luna


La base etnica dell'India;
Da un lato il genio della razza bianca col suo senso morale e le sublimi aspirazioni metafisiche, dall'altra il genio della razza nera con le sue energie passionali e la forza sua dissolvente.
Secondo le antichissime tradizioni si ebbero due dinastie:
La solare e la lunare.
Dal sole pretendevano discendere i re della dinastia solare e dalla luna quelli della dinastia lunare; ma questo linguaggio simbolico celava due opposte concezioni religiose e significava che queste due specie di sovrani rappresentavano due diversi culti.
Il culto solare attribuiva al Dio dell'universo il sesso maschile e intorno ad esso si raccoglieva quanto v'era di più puro nella tradizione vedica, come la scienza del fuoco sacro e quella della preghiera, la nozione esoterica del Dio supremo, il rispetto della donna, il culto degli avi, la regalità elettiva e patriarcale.
Il culto lunare attribuiva invece alla divinità il sesso femminile, nel cui simbolo le religioni del ciclo ariano hanno sempre adorato la natura e spesso la natura cieca e incosciente, con le sue manifestazioni violente e terribili.
Questo culto tendeva verso l'idolatria, la magia nera e favoriva la poligamia e la tirannia fondate sulle passioni popolari.
La lotta fra i Pandava, i figli del sole, e i Kurava, figli della luna è il riassunto prospettico della storia dell'India ariana prima che definitivamente fosse costituito il bramanesimo: lotta ricchissima di mischie feroci e di strane ed interminabili avventure, le quali nel momento epico si risolvono con la vittoria dei Kurava, i re della luna, mentre i nobili figli del sole, i custodi del rito puro, detronizzati e banditi, vanno errando in esilio, si celano nelle foreste e cercano rifugio fra gli anacoreti.
Così a tale momento pare che i neri, rappresentanti le potenze della tenebra, possano vincere i fulgidi Deva... ma l'India non ne sarà soffocata, poiché è appena l'inizio della sua evoluzione religiosa verso il bramanesimo.
Tratto da "I grandi iniziati. Volume primo" di Edoardo Schuré

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