La base etnica dell'India;
Da un lato il genio della razza bianca col suo senso morale e le sublimi aspirazioni metafisiche, dall'altra il genio della razza nera con le sue energie passionali e la forza sua dissolvente.
Secondo le antichissime tradizioni si ebbero due dinastie:
La solare e la lunare.
Dal sole pretendevano discendere i re della dinastia solare e dalla luna quelli della dinastia lunare; ma questo linguaggio simbolico celava due opposte concezioni religiose e significava che queste due specie di sovrani rappresentavano due diversi culti.
Il culto solare attribuiva al Dio dell'universo il sesso maschile e intorno ad esso si raccoglieva quanto v'era di più puro nella tradizione vedica, come la scienza del fuoco sacro e quella della preghiera, la nozione esoterica del Dio supremo, il rispetto della donna, il culto degli avi, la regalità elettiva e patriarcale.
Il culto lunare attribuiva invece alla divinità il sesso femminile, nel cui simbolo le religioni del ciclo ariano hanno sempre adorato la natura e spesso la natura cieca e incosciente, con le sue manifestazioni violente e terribili.
Questo culto tendeva verso l'idolatria, la magia nera e favoriva la poligamia e la tirannia fondate sulle passioni popolari.
La lotta fra i Pandava, i figli del sole, e i Kurava, figli della luna è il riassunto prospettico della storia dell'India ariana prima che definitivamente fosse costituito il bramanesimo: lotta ricchissima di mischie feroci e di strane ed interminabili avventure, le quali nel momento epico si risolvono con la vittoria dei Kurava, i re della luna, mentre i nobili figli del sole, i custodi del rito puro, detronizzati e banditi, vanno errando in esilio, si celano nelle foreste e cercano rifugio fra gli anacoreti.
Così a tale momento pare che i neri, rappresentanti le potenze della tenebra, possano vincere i fulgidi Deva... ma l'India non ne sarà soffocata, poiché è appena l'inizio della sua evoluzione religiosa verso il bramanesimo.
Tratto da "I grandi iniziati. Volume primo" di Edoardo Schuré
Da un lato il genio della razza bianca col suo senso morale e le sublimi aspirazioni metafisiche, dall'altra il genio della razza nera con le sue energie passionali e la forza sua dissolvente.
Secondo le antichissime tradizioni si ebbero due dinastie:
La solare e la lunare.
Dal sole pretendevano discendere i re della dinastia solare e dalla luna quelli della dinastia lunare; ma questo linguaggio simbolico celava due opposte concezioni religiose e significava che queste due specie di sovrani rappresentavano due diversi culti.
Il culto solare attribuiva al Dio dell'universo il sesso maschile e intorno ad esso si raccoglieva quanto v'era di più puro nella tradizione vedica, come la scienza del fuoco sacro e quella della preghiera, la nozione esoterica del Dio supremo, il rispetto della donna, il culto degli avi, la regalità elettiva e patriarcale.
Il culto lunare attribuiva invece alla divinità il sesso femminile, nel cui simbolo le religioni del ciclo ariano hanno sempre adorato la natura e spesso la natura cieca e incosciente, con le sue manifestazioni violente e terribili.
Questo culto tendeva verso l'idolatria, la magia nera e favoriva la poligamia e la tirannia fondate sulle passioni popolari.
La lotta fra i Pandava, i figli del sole, e i Kurava, figli della luna è il riassunto prospettico della storia dell'India ariana prima che definitivamente fosse costituito il bramanesimo: lotta ricchissima di mischie feroci e di strane ed interminabili avventure, le quali nel momento epico si risolvono con la vittoria dei Kurava, i re della luna, mentre i nobili figli del sole, i custodi del rito puro, detronizzati e banditi, vanno errando in esilio, si celano nelle foreste e cercano rifugio fra gli anacoreti.
Così a tale momento pare che i neri, rappresentanti le potenze della tenebra, possano vincere i fulgidi Deva... ma l'India non ne sarà soffocata, poiché è appena l'inizio della sua evoluzione religiosa verso il bramanesimo.
Tratto da "I grandi iniziati. Volume primo" di Edoardo Schuré
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