venerdì 5 aprile 2019

Rāma e l'origine dei segni zodiacali


Rāma insegnò ai suoi discepoli ciò che sapeva intorno ai segreti della terra e del grande Essere, ed essi recarono lontano nell'Egitto e fin nell'Occitania il fuoco sacro, simbolo della divina unità delle cose, e le corna dell'ariete, emblema della religione ariana.
Al toro (lo stendardo preferito dagli sciti che chiamavamo Thor, indizio della forza brutale e della violenza se non che dei sacrifici umani. Altri simboli analoghi  erano gru, aquile, avvoltoi, teste di cinghiale o bufali, anche se il preferito rimaneva il toro) Rāma oppose l'ariete, il pacifico e coraggioso capo del gregge e lo rese segnacolo di raccolta per tutti i suoi partigiani.
Le corna dell'ariete divennero le insegne dell'iniziazione e quindi del potere sacerdotale e regio (esse si rivengono sul capo d'innumerevoli personaggi sui monumenti egiziani. Da essa derivano i due corni della tiara papale).
Tale stendardo divenne il segnale di un immenso tumulto e di vera rivoluzione.
E così l'anima stessa di questa razza si liberò dalla ruggente animalità e saliva il primo gradino dell'invisibile santuario, che conduce alla umanità divina.
È a lui che dobbiamo i segni dello zodiaco, testamento del patriarca degli iniziati, strano libro scritto con stelle e geroglifici.
Determinando i dodici segni dello zodiaco, Rāma attribuì loro un triplice senso.
Il primo riguardava le influenze del sole sui dodici mesi dell'anno, il secondo riferiva in qualche modo la storia di lui, e il terzo indicava di quali mezzi occulti si era servito per raggiungere il suo scopo.
Ecco perché tali segni, letti in senso inverso, divennero più tardi i segreti emblemi dell'iniziazione graduale.
Ecco l'interpretazione dei simboli del passato secondo la tradizione esoterica, i segni zodiacali rappresentavano la storia di Rāma:
L'Ariete, che fugge guardandosi indietro,  indica la condizione di Rāma, che, abbandonando la sua patria, tiene l'occhio fisso sul paese che abbandona.
Il Toro furioso si oppone al suo cammino, ma avendo metà del corpo sprofondato nel limo, non può eseguire il suo disegno e cade sulle ginocchia.
In ciò vediamo i celti, designato col loro proprio simbolo, che, nonostante i loro sforzi, finiscono col sottomettersi.
I Gemelli esprimono l'alleanza di Rāma con i turani.
Il Cancro le ste meditazioni e il concentrarsi in se stesso.
Il Leone i suoi combattimenti contro i nemici.
La Vergine alata la vittoria.
La Bilancia l'uguaglianza fra vincitori e vinti.
Lo Scorpione la rivolta e il tradimento.
Il Sagittario la vendetta che ne trae.
Il Capricorno, l'Acquario i Pesci si riferiscono alla parte morale della sua storia.
Questa ipotesi di spiegazione dei segni zodiacali di Fabre d'Olivet ha il merito di aprire nuove e vaste prospettive agli occhi dello spirito.
Tali segni letti a rovescio, segnarono poi in Oriente e in Grecia i vari gradi che occorreva salire per giungere alla iniziazione suprema.
Ricordiamo solo i più celebri:
La Vergine alata indica la castità che dà la vittoria;
Il Leone la forza morale;
I Gemelli l'unione di un uomo e di uno spirito divino, che insieme formano due invincibili lottatori;
Il Toro domato, la padronanza della natura;
L'Ariete l'asterismo del Fuoco o spirito universale, che, con la sua conoscenza della verità, conferisce l'iniziazione suprema.
Tratto da "I grandi iniziati. Volume primo" di Edoardo Schuré

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