domenica 6 settembre 2015

Cos'è il nostro passato se non una serie di sogni?


Che cosa è  il nostro passato se non una serie di sogni? (Borges)
La funzione di un libro, anzi del libro, è  quella di ricordare il passato e ricordare i sogni.
Così la scrittura diviene un'estensione della memoria e dell'immaginazione.
Per questo il libro, anche se parziale, inesatto e non condiviso, mantiene pur sempre qualcosa di sacrale perché promette felicità e saggezza, sapienza e avventura, misteri e scoperte.
Ogni arco ha la sua storia, ogni rupe, ogni chiesa: non c'è  angolo che non sia stato sfiorato dalle ali del sogno collettivo, dallo spirito creatore di miti delle stirpi.
Dai fatti storici le narrazioni ricavano spunti e tematiche, poi, attraverso un'incessante attività combinatoria elaborano tali spunti e tali tematiche, creando un mondo leggendario e fantastico che la memoria del gruppo non deve perdere.
Sul filo di questa memoria che recupera il "raccontabile" si muovono questi testi che vogliono seguire i percorsi dei sogni e delle favole che animano i luoghi e le contrade.
Nulla di ciò che è stato inventato deve andare perduto: la memoria letteraria e storica deve assolvere il suo compito sacrale nel preservare il "tempo"umano dalla dimenticanza e dalla morte.
L'aspetto "segreto" consiste in tutta quella narrativitá che il vissuto collettivo ha prodotto nei secoli e che è continuamente minacciato dall'oblio.
Si è  soliti dire che la storia riguarda il passato.
La storia è memoria, è ricordo culturalmente e umanamente significante, è rimembranza di fatti e di emozioni che proprio in virtù di tale alchimia memoriale non scompaiono inghiottiti dalle onde dell'oblio. Rimemorare significa rivivere e quando un fatto passato viene rivissuto, esso non è più trascorso e morto ma presente e vivo.
Così la storia non riguarda il passato ma il presente.
La storiografia che si configura oggi come scienza mira all'attendibilità.
Nasce però un problema: l'attendibilità i meri fatti e gli accadimenti, non le emozioni umane che li hanno accompagnati.
La memoria per conservare e trasmettere deve imbattersi nella parola, non nella parola-merce  di scambio ma nella parola-evocazione, nella parola che suscita le emozioni passate, le realtà significanti, le immagini colme di potenza.
Così la storia diventa racconto e il racconto diviene libro che è un'estensione della memoria e dell'immaginazione.
In tutto l'Oriente esiste ancora il concetto che un libro non deve rivelare le cose: deve aiutare a scoprirle.
La Storia  universale è una scrittura che dobbiamo leggere e scrivere di continuo.
Noi stessi siamo i luoghi della storia.
Il "luogo" è  uno spazio mentale, il punto d'incontro di una geometria interiore dove il passato e il presente ancora una volta si fondono in una esperienza unica che li trascende entrambi.
Il percorso della nostra vita parte dal mistero e nel mistero ritorna: il viaggio si compie entro un'ellissi chiusa e si ritorna là dove partimmo.
Così chiusa come una sfera metafisica, la memoria preserva il passato, il presente e il futuro distrugge il tempo e non si cura della morte.
Tratto da " Storie e luoghi segreti di Roma" di Cecilia Gatto Trocchi

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