venerdì 29 luglio 2016

Agostino e l'arte della memoria

354dC-430dC
Pochi pensatori hanno meditato sui problemi della memoria e dell'anima più profondamente di Agostino, il maestro pagano di retorica, la cui conversione al cristianesimo è raccolta nelle sue Confessioni.
Così apre la meditazione sulla memoria: in prima fase descrive la memoria come una serie di edifici, "vasti quartieri", come "arca" delle invenzioni e di tutte le parti di retorica.
Agostino parla delle immagini derivanti da impressioni sensorie, che sono messe da parte, nella "vasta reggia" della memoria nella sua "stanza ampia e illimitata".
Guardandovi dentro, scorge l'intero universo riflesso in immagini che riproducono non solo gli oggetti stessi, ma persino gli spazi fra essi, con mirabile precisione.
Nella memoria sono conservate anche le passioni e le ansie spirituali.
Il problema delle immagini percorre tutta la trama del discorso.
Quando si pronuncia, ad esempio, il nome della pietra o del sole, mentre  gli oggetti non sono presenti in sé  ai sensi, nella memoria,  però, sono certamente disponibili le loro immagini.
Ma quando si nomina "salute", "memoria", "oblio", sono presenti alla memoria come immagini o no?
Sembra che Agostino voglia distinguere il ricordo di impressioni sensorie dal ricordo delle arti e dei sentimenti: "Ecco, nei campi e negli antri, nelle caverne incalcolabili della mia memoria, incalcolabilmente popolare da specie incalcolabili di cose, talune presenti per immagini...talune proprio in sé, come è il caso delle scienze, talune attraverso indefinibili nozioni e notazioni, come è il caso dei sentimenti spirituali, che la memoria conserva anche quando lo spirito più non li prova, sebbene essere nella memoria sia essere nello spirito..."
Poi si addentra più affondo per cercare Dio nella memoria: ma non come immagine e in nessun luogo.
In quanto cristiano Agostino cerca Dio nella memoria e come cristiano platonizzante è persuaso che la conoscenza del divino sia innata nella memoria.
Agostino assegnava alla memoria l'alto onore di essere una delle tre potenze dell'anima: la memoria,  l'intelletto e la volontà, immagini, nell'uomo, della Trinità.
Tratto da "L'arte della memoria" di Frances A. Yates

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