venerdì 16 settembre 2016

Giovanni Battista Della Porta

Nel 1560, Giovanni Battista Della Porta, il famoso mago e uno dei primi scienziati, stabilì a Napoli la sua Academia secretorum naturae, i cui membri si incontravano nella sua casa per discutere "segreti", alcuni magici, alcuni genuinamente scientifici. 
Nel 1558 Della Porta pubblicò la prima versione della sua grande opera sulla Magia naturalis.
In questo libro Della Porta studia le segrete virtù delle piante e delle pietre ed espone in modo esauriente il sistema delle corrispondenze fra le stelle e il mondo inferiore.
Fra i "segreti" di Della Porta c'era il suo interesse per la fisiognomica, a proposito della quale egli elabora un curioso studio sulle somiglianze agli animali nei volti umani.
Della Porta era interessato anche alle "cifre", cioè alla scrittura segreta, che egli associava con i misteri egizi.
L'Ars reminiscendi di Della Porta fu un trattato sull'arte della memoria pubblicato a Napoli nel 1602.
L'immaginazione, dice Della Porta, traccia immagini nella memoria, come con una matita.
Esiste una memoria naturale e una artificiale.
Della Porta considera la descrizione virgiliana delle stanze decorate con pitture, mostrate da Didone a Enea, come un vero e proprio sistema di memoria di Didone, con l'aiuto del quale ella ricordava la storia dei suoi antenati.
Luoghi architettonici sono palazzi o teatri.
Regole matematiche e figure geometriche possono essere egualmente utilizzate come luoghi in considerazione del loro ordine, come è  stato osservato da Aristotele.
Dovrebbero essere utilizzate come immagini mnemoniche figure umane, scelte perché impressionanti sotto qualche punto di vista, molto belle o molto ridicole.
Per esempio i dipinti di Michelangelo, di Raffaello, di Tiziano restano nella memoria.
Possono essere usati come immagini di memoria i geroglifici egiziani.
Ed esistono anche immagini per le le lettere e i numeri  (con riferimento agli alfabeti visivi).
Il sistema di memoria di Della Porta è  notevole per la sua elevata qualità estetica. 
Tratto da "L'arte della memoria" di Frances A. Yates

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