mercoledì 1 marzo 2017

La storia e la psiche


La teologia è lacerata dal conflitto tra Senex e Puer, scoperto che Dio è morto, il Padre come il Figlio, resta in attesa di quella rivelazione.
Giacché all'annuncio "Il Re è morto" fa immediatamente seguito l'altro: "lunga vita al Re".
Nel medesimo momento, il Re muore e il Principe diventa Re.
La divisione polare tra Senex e Puer, che è dappertutto intorno a noi,  costituisce appunto il problema del nostro momento storico.
La psiche non è separata dalla storia e la psicologia non è qualcosa che ha luogo soltanto tra due persone....isolate dalla scena della storia.
Esattamente come la psiche è situata in un presente storico che si trascina dietro le radici di mille alberi ancestrali,  così la storia ha esistenza psicologica.
I fatti storici potrebbero essere soltanto fantasie cresciute intorno e sopra nuclei centrali archetipici e da questi generate.
Sotto e dietro l'oscuro e ingarbugliato disegno degli eventi stanno le esperienze, realtà psicologiche di travolgente importanza, un substrato mitologico che conferisce all'anima un senso di destino, la sensazione escatologica che ciò che accade è importante.
Senza la persona,  senza quel senso individuale di un'anima personale siamo soltanto uomini pre-istorici, con un destino soltanto collettivo. Senza un senso dell'anima, non abbiamo il senso della Storia.
Non entriamo nella Storia.
La Storia prima è storie, e dopo eventi.
Entrano nella Storia solo quegli eventi esperiti come fatti importanti per la storia che qualcuno ha raccontato.
Soltanto ciò che è ri-detto, ri-raccontato, rimembrato diventa Storia.
La fantasia che chiamiamo "attualità", gli eventi che hanno luogo là fuori, nel territorio della storia, è il riflesso di un'esperienza mitologica che è eterna.
Non è possibile cogliere l'anima del tempo studiando le notizie del giornale, così come non è possibile comprendere l'anima di una persona soltanto dando una scorsa alla sua anamnesi.
Niente può essere rivelato da un giornale se non se ne afferra l'essenza dall'interno attraverso un modello archetipico.
L'archetipo fornisce la base per ricongiungere fatto è significato, in sé incommensurabili.
I fatti storici esterni sono archetipicamente ordinati in modo da svelare significati psicologici essenziali.
La speciale funzione della psiche, la soggettività esperiente e registrante che conferisce una struttura stoicistica alle esperienze, che rende possibile la storia e ne costituisce l'apriori , è stata chiamata Clio.
Il nome Clio significa gloria, onori, fama, celebrazione e la musa ricorda soprattutto le azioni degli eroi.
Si rivolge piuttosto a quei momenti nucleari unici e irripetibili, ai momenti eroici attraverso i quali si disvela l'archetipo che è al cuore dell'anima, il quale riscatta gli eventi della cecità del mero fatto.
Per ricordare gli eventi la memoria deve ritornare alla sua reminiscenza delle idee primordiali, alla sua originaria associazione con le archetipiche metafore radicali dell'esperienza umana.
Una memoria così trasformata registrerà in primo luogo le esperienze dell'anima e solo secondariamente gli accidenti degli eventi.
O mmeglio, potrà assumersi gli eventi in modo psicologico, in modo rituale, senza più esserne soltanto la vittima.
Per noi, questo significherà ricordare innanzitutto la storia della nostra anima individuale, i suoi eroici incontri e i suoi pellegrinaggi, la sua storia come processo epico.
Tratto da "Puer Aeternus" di James Hillman

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