mercoledì 8 novembre 2017

La nascita del termine "gotico"


Circa la nascita del termine gotico e il suo significato esistono diverse interpretazioni.
La più comune ne individua l'origine nei Goti, le popolazioni barbare provenienti dal Nord.
Il termine sarebbe stato usato in senso dispregiativo, in particolare durante il Rinascimento italiano, in cui si voleva indicare così l'origine "barbara" e primitiva dello stile gotico.
Secondo un'ipotesi di Fulcanelli il termine "gotico" avrebbe un'origine molto diversa e sarebbe derivato da una specie di gergo dei costruttori che può essere reso e spiegato soltanto nella lingua francese, anche perché è in Francia che questo stile si impose.
In italiano si chiama "arte gotica", che corrisponde al francese art gothique.
Queste due parole pronunciate insieme suonano come argotique, un aggettivo derivato da argot che indica un gergo segreto, un linguaggio particolare oppure un codice che alcune persone usano quando non vogliono essere comprese dai non iniziati.
Secondo Fulcanelli si tratta di una vera e propria Cabala.
Coloro che parlavano questo linguaggio si presentavano come i discendenti degli Argonauti, gli eroi che secondo il mito greco viaggiavano sulla nave Argo, guidati da Giasone alla ricerca del Vello d'oro.
Dal punto di vista etimologico "argo" si ricollega all'argento cioè alla luce.
L'uso del linguaggio in codice è del resto sempre stato un contrassegno delle organizzazioni segrete.
I Liberi Muratori medievali lo usavano, così come i vagabondi della Corte dei Miracoli di Parigi, i diplomatici quando non dovevano farsi capire.
Esso deriverebbe direttamente dalla lingua dei filosofi e dei sapienti, chiamata nel Corano anche "Lingua degli uccelli" che per essere compresa presupponeva l'intervento dello spirito.
Anche nella mitologia greca esiste un personaggio in grado di comprendere la lingua degli uccelli e si tratta di Tiresia, un indovino, che compare anche nel mito di Edipo e che era direttamente ispirato dalla dea Atena, la Minerva di Romani.
Questo gergo sarebbe anche collegato alla Cabala, il riferimento a questa tradizione è estremamente interessante perché richiama da vicino il mito della Torre di Babele quando l'unico linguaggio parlato dai costruttori della torre fu frammentato nei vari idiomi.
La torre di Babele è il simbolo dell'unità linguistica che precede la frantumazione e la molteplicità.
Oltre all'interpretazione di Fulcanelli relativa del temine "gotico", ve ne sono altre due che possono benissimo coesistere con la prima.
Una ci riporta al dialetto celtico, Ar-Goat che significa il paese degli alberi, del legno.
Di fatto il simbolismo vegetale è davvero preminente nella cattedrale che si presenta come un intrico di fogliame e di pietra.
L'altra ipotesi si riferisce alla parola greca goes, "stregone" o "mago" (la parola deriva dalla stessa radice di goao, "genere",  perché i Greci ritenevano che le formule magiche fossero pronunciate con voce lamentevole) a al termine derivati goezia, "magia", che suggerisce l'idea di un'arte magica che in dice effetti e sottomette chi si trova sotto la volta, facendogli mutare pensiero e orientamento.
Tratto da "I segreti delle cattedrali" di Antonella Roversi Monaco

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