lunedì 5 marzo 2018

Il teschio di cristallo


Nel 1927, a Lubaantun, nell'Honduras britannico, fu rinvenuto un reperto arcano la cui origine ancora oggi resta oscura.
Si tratta di un teschio di cristallo di rocca.
I particolari anatomici sono impressionati e il loro realismo è tale da rendere il manufatto inspiegabilmente inquietante.
Scoperto in un tempio maya dal ricercatore Mitchell Hedges, il teschio ha più di mille anni ed è stato ricavato da un unico pezzo di cristallo di rocca purissimo.
Il cranio è alto 13 centimetri e pesa oltre 5 chili.
La cosa più sconcertante è che una simile realizzazione era impossibile da parte dell'estinta civiltà maya.
[...]Nella base vi sono alcuni prismi nascosti e all'interno delle orbite si celano alcune lenti: questi due elementi, combinandosi, originano una luminescenza abbacinante.
[...] la realizzazione di questo manufatto implica una conoscenza molto avanzata dell'ottica e una perizia di intaglio assolutamente incredibile.
[...] nessun tipo di strumento moderno è stato usato per fabricarlo.
Forse la sua funzione era quella di oracolo divino nella civiltà maya.
Anticamente il cristallo di rocca era tenuto in grande considerazione; grazie alla sua trasparenza e purezza veniva associata al divino e alla spiritualità e, di conseguenza, usato per la realizzazione di oggetti sacri.
Si credeva, inoltre, che al suo interno dimorasse un dio.
Al teschio di cristallo sono state attribuite anche connotazioni negative, a causa di alcune inspiegabili decessi avvenuti dopo il suo ritrovamento.
[...] Qualcuno ha ipotizzato una provenienza extraterrestre[...]
Il teschio di cristallo di rocca di Mitchell Hedges, possiede questa particolarità: se la parte superiore viene attraversata da un raggio di Sole, questo verrà catalizzato all'interno del cristallo e successivamente uscirà dalla bocca dopo avere subito una trasformazione.
Alla stregua di un raggio laser altamente incendiario, il raggio solare potenziato si orienterà nella direzione voluta generando incendi.
Del resto, il potere di rifrazione della luce racchiuso nei minerali e, specialmente nel quarzo, era già noto agli antichi e spiega tale possibilità.
Tratto da "Enigmi, misteri e leggende di ogni tempo" di Stefano Mayorca

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