venerdì 2 marzo 2018

La scoperta delle Ley line


Alfred Watkins, un ricco commerciante appassionato di cose antiche, nell'estate del 1921, mentre si recava a cavallo verso la regione dello Herefordshire ebbe una straordinaria intuizione.
Così scrive uno dei suoi seguaci: "La barriera del tempo si sciolse ed egli (Watkins) vide tesa su tutto il paese una rete di linee che collegavano i luoghi sacri con i siti dell'antichità".
Secondo Watkins, tumuli, vecchie pietre, croci, vecchi crocevia, chiese erette nei luoghi di culto precristiani, alberi leggendari, fossi e pozzi sacri erano disposti seguendo precisi allineamenti.
Lo studiosi li chiamò Ley o antichi sentieri in linea retta e, nel 1925, all'età di sett'anni, pubblicò la sua teoria in un volume dal titolo the Old Straight Track (la vecchia pista dritta).
Ben presto migliaia di lettori entusiasti si recarono a visitare i megaliti e i luoghi antichi in cerca dei vecchi sentieri.
La similitudine con i meridiani terrestri è impressionante e a tale proposito, in molte parti del mondo gli scienziati sono concordi nell'affermare che esiste realmente una fonte energetica e magnetica che attraversa la terra, nota da sempre alle civiltà megalitiche.
All'inizio degli anni Trenta Alexander Thom, studioso scozzese professore di ingegneria all'università di Oxford, intraprese personalmente diverse indagini in tale ambito.
Li studio sui megaliti inglesi ebbe risultati sorprendenti: in un arco di circa quarant'anni lo scienziato esaminò più di 600 cerchi di pietre e allineamenti in tutta la Gran Bretagna e l'Europa occidentale,nel tentativo di dimostrare che erano tutti collegati per facilitare lo studio del Sole, della Luna e delle stelle.
Il professor Thom scoprì che un tipico menhir formava una sorta di mirino di pietra il quale, allineato con rilievi naturali all'orizzonte, per esempio un picco o un avvallamento, puntava verso una particolare configurazione celeste.
E anche lo studio delle 3000 pietre di Carnac, in Francia, diede risultati estremamente interessanti.
Thom individuò allineamenti che sembravano formare una specie di grafico, sul quale gli astronomi preistorici, con ogni probabilità, avevano rilevato la posizione dei corpi celesti.
Alcuni cerchi erano disposti con tale precisione che lo studioso si convinse che centinaia di anni prima degli Egizi, i costruttori possedevano nozioni geometriche approfondite relative al teorema di Pitagora, al quale è stata attribuita la scoperta.
La capacità di sfruttare e catturare le correnti magnetiche planetarie ha permesso a questi edificatori del passato di scoprire elementi energetici anche in particolari materiali litici.
Tratto da "Enigmi, misteri e leggende di ogni tempo" di Stefano Mayorca

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