mercoledì 16 settembre 2015

Il "segreto" di Michelangelo

  
Michelangelo in quell'anno di grazia 1550 si era recato come semplice Pellegrino a visitare le basiliche e le chiese del perdono, rimirando con occhi nuovi i suoi stessi prodigi.
L'uomo dalle 4 anime, pittore, scultore, architetto e poeta aveva ormai 76 anni.
Nella sua vita aveva creato spazi ed immagini come nessun altro forse nel suo tempo.
Gli altri artefici del Rinascimento erano scomparsi: Leonardo era morto da più di 30 anni, il sublime Raffaello scomparso a soli 37 anni, lo aveva seguito nel sonno eterno soltanto un anno dopo e da tre anni era morta anche lei, la regina del suo cuore, la misteriosa creatura, la donna dalla intensa spiritualità per cui l'artista appassionato aveva scritto:
Un uomo in una donna, anzi un Dio
per la sua bocca parla 
                dond'io  per ascoltarla
son fatto tal che non sarò più mio.
Io credo ben, poi ch'io
a me da lei fui tolto 
furor di me stesso, aver di me pietade
si sprona il van disio
mi sprona il suo bel volto
Ch'io veggo morte in ogni altra beltade.
Come poteva il volto della cinquantenne Vittoria Colonna ispirare a Michelangelo tali versi se non fosse stato velato di bellezza segreta, non tangibile, misterica e mentale?

Con Vittoria, Michelangelo, aveva esplorato i misteri dell'anima, misteri che già aveva intuito nel dare vita alle figure della Genesi.
Una favola neoplatonica gli era stata di guida interiore: il romanzo dell'anima.

L'anima umana è innamorata della materia perché vede in essa, caotica e informe, la possibilità di rappresentare una forma mentale un'Idea.
Tutto il mondo è permeato dall'anima che a sua volta è un riflesso dell'Uno Eterno e incorruttibile che contempla se stesso in perenne amore.
L'anima dell'uomo non sa di essere antichissima uno degli elementi più antichi dell'universo e giace smemorata nel corpo finché non riceve il tocco leggero della mano dello Spirito che la sveglia e le mostra la sua natura divina.
Una volta che è resa consapevole della sua reale natura divina, all'anima non resta che risalire a ritroso il percorso che dal cielo l'ha precipitata sulla terra nel "carcere terreno".
Questo percorso, anche se avviene in vita, è fuori dal tempo e dallo spazio, è un percorso interiore in cui l'anima e la sua guida spirituale compiono passaggi pericolosi e complessi.
L'unione con Dio, il Tutto, l'Unico, è difficile e la strada irta di delusioni.
Falsi messaggi ci irretiscono. La materia, che in realtà non esiste, ci inganna facendosi credere reale.
La materia è uno stadio dello spirito ma allora perché tace? Perché non parla? Domande rispondevano a domande, Michelangelo non aveva più Vittoria a cui chiedere una risposta, la donna era morta da 3 anni ormai e i suoi amici spirituali ed eretici erano stati travolti dai tempi e dall'Inquisizione.
A chi chiedere del destino dell'anima e a chi del destino dell'umanità intera tarata dal male, atterrita, sgomenta di fronte all'imperscrutabile condanna?

Tratto da "Storie e luoghi segreti di Roma" di Cecilia Gatto Trocchi

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