mercoledì 11 novembre 2015

Il simbolismo della ragnatela

           
Un' altra forma del simbolismo della tessitura si incontra anche nella tradizione indù, è l'immagine di un ragno che tesse la tela, immagine che è ancora più esatta per il fatto che il ragno forma questa tela con la propria sostanza.
L'ordito qui è rappresentato dai fili disposti a rggera a partire dal centro, e la trama dai fili disposti in circonferenze concentriche.
Il ragno, tenendosi al centro; dà l'immagine del Sole circondato dai suoi raggi.
Non c'è che da considerare il centro come indefinitamente lontano, di modo tale che i raggi divengono paralleli, secondo la direzione verticale, mentre le circonferenze concentriche, divengono delle rette perpendicolari a questi raggi orizzontali.
L'ordito rappresenta i principi che uniscono tra loro tutti i mondi o tutti gli stati, ciascuno dei suoi fili collegando i punti corrispondenti nei differenti stati; la trama costituisce l'insieme degli avvenimenti che si producono in ciascuno dei mondi, e ciascun filo di questa trama è anche lo sviluppo di avvenimenti in un mondo determinato.
Si riprende anche il simbolismo del libro in cui tutti gli avvenimenti considerati nella simultaneità dell' intemporale, sono così scritti in questo libro, di cui ciascuno di essi, è per così dire un carattere, che dall'altra parte si identifica con un punto del tessuto.
Ciascun filo dell'ordito è allora, un essere considerato nella sua natura essenziale, che in quanto proiezione diretta del Sé principiale costituisce il legame fra tutti i suoi stati mantenendo la sua propria unità attraverso la loro indefinita molteplicità.
In  tal caso, il filo della trama che viene incontrato dall'ordito in un certo punto corrisponde ad uno stato definito dell'esistenza e la loro intersezione determina le relazioni di quest'essere per quanto riguarda la sua manifestazione in questo stato con l'ambiente cosmico nel quale esso si situa sotto questo rapporto.
La natura individuale di un essere umano, per esempio, è il risultato dell'incontro fra questi due fili.
Aggiungiamo che i fili di cui è formato il tessuto del mondo sono anche designati equivalentemente come i "capelli di Shiva".
Si  potrebbe dire che essi sono, in qualche modo, le "linee di forza" dell'Universo manifestato, e che le "direzioni dello spazio" sono la loro rappresentazione nell'ordine corporeo.
Si trovano delle tracce di un simbolismo dello stesso genere nell'antichità greco-romana, specificamente nel mito delle Parche ma esso sembra riferirsi solo ai fini della trama e al suo carattere "fatale" può in effetti spiegarsi con l'assenza della nozione di l'ordito, vale a dire mediante il fatto che l'essere è considerato unicamente nel suo stato individuale, senza alcun intervento del suo principio personalità trascendente.
Tratto da "La Tradizione e le tradizioni"di R. Guènon

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