mercoledì 27 gennaio 2016

Archeologia proibita



L'archeologia ortodossa mantiene una posizione di assoluta indifferenza riguardo i ritrovamenti che considera pregiudizialmente "impossibili".
Normalmente gli studiosi revisionisti che sostengono l'autenticità dei reperti vengono immediatamente bollati come ciarlatani dal resto della comunità scientifica.
I cosiddetti oggetti "impossibili" finiscono per essere confinati dalle autorità negli scantinati dei musei, lontano dal pubblico a dai ricercatori indipendenti, per poi scomparire misteriosamente del tutto.
(A questo punto mi chiedo se l'ufficiale e pubblica svalutazione non sia solo un modo per insabbiare dei reperti che invece sono importantissimi, ai fini di studiarli in esclusiva e segretezza)
Tutti gli studi sull'effettivo grado di sviluppo tecnologico raggiunto dai popoli più  antichi sono continuamente oggetto di una rigorosa censura.
I ricercatori indipendenti hanno coniato il termine archeologia proibita per descrivere la grave anomalia che caratterizza i medoti di studio e di investigazione della ricerca ufficiale...attenta a salvare i consolidati dogmi accademici piuttosto che far progredire la conoscenza.
Tale "incomprensibile" comportamento dimostra quanto gli esponenti della scienza ufficiale siano molto interessati a difendere le proprie ideologie ottocentesche piuttosto che rimanere sul binario della razionalità e dell'obbiettività che dovrebbe caratterizzare sempre la libera ricerca scientifica.
Schierarsi a favore dell'archeologia "eretica", condannata dall'establishment ortodosso a non avere alcuna visibilità nei grandi canali d'informazione, significa però dover accettare un confronto ad armi impari contro i pregiudizi, dogmi e luoghi comuni largamente condivisi.
Basta aprire uno dei tanti libri di scuola per capire subito che in ambito didattico non sono ammesse teorie alternative a quelle ortodosse... la proliferazione della letteratura eretica è  una diretta conseguenza delle spiegazioni accademiche più  banali e semplicistiche.
Tratto da "Scoperte archeologiche non autorizzate" di Marco Pizzuti

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