lunedì 25 gennaio 2016

Gilde di Massoni Operativi in Egitto


Non c'è dubbio che ci siano state, per alcuni secoli, non solamente in Egitto, ma anche in altre parti del mondo musulmano, delle Gilde di Massoni Operativi o di altri artigiani; questi Massoni orientali utilizzavano anch'essi dei marchi simili a quelli dei loro colleghi occidentali del medioevo e che erano chiamati in arabo Khatî el Bannâïn (vale a dire 'scrittura dei costruttori').
Nelle turuq islamiche o confraternite esoteriche sono stati conservati certi elementi che assomigliano stranamente al Compagnaggio occidentale, per esempio: l'uso del nastro; l'uso del bastone che ha esattamente la stessa forma; e per quel che concerne il simbolismo di questi bastoni ci sarebbe molto da dire in rapporto con le scienze segrete che sono specialmente attribuite a Seydnâ Suleymân (perciò ciascuno dei grandi Profeti possiede la sua propria scienza, caratterizzata dal cielo al quale esso presiede).
In alcune turuq, il dhikr non può  essere compiuto ritualmente se non si è  alla presenza di almeno sette fratelli; nell'investitura di un naquib c'è qualcosa che potrebbe far pensare al cable-tow ecc..
D'altronde esiste un'interpretazione simbolica delle lettere arabe che formano il nome di Allah e che è puramente massonica, provenendo probabilmente dalle Gilde in questione: l'alif è il regolo, le due lâm il compasso e la squadra, lo ha il triangolo (o il cerchio secondo un'altra spiegazione, la differenza fra le due corrispondendo a quella fra Square e Arch Masonry); il nome completo era dunque un simbolo dello Spirito della Costruzione Universale.
Questi fatti non sono altro che dei semplici riferimenti ad un argomento che ci è  noto per esperienza diretta e per tradizione orale.
Tratto da "La Tradizione e le tradizioni" di R. Guènon

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