lunedì 18 gennaio 2016

Religione e religioni

Etimologicamente la parola Religione deriva da religare, rilegare, indica un'idea di legame e di conseguenza un'unione.
Possiamo dire che la Religione consiste essenzialmente nell'unione dell'individuo con gli stati superiori del suo essere, e attraverso questi con lo Spirito Universale, unione mediante la quale scompare l'individualità così come ogni altra distinzione illusoria; i mezzi per realizzare questa unione ci sono stati insegnati dai Saggi che ci hanno preceduto nella Via.
La Religione, sottolineiamolo, è l'unione con il Sé interiore, che è  a sua volta uno con lo Spirito Universale, ed essa non pretende affatto di ricollegarci ad un qualche essere esterno rispetto a noi e quindi necessariamente illusorio.
Essa non è affatto un legame fra degli individui umani, cosa che avrebbe ragione d'essere solo nel dominio sociale; ed è quello della maggior parte delle religioni che hanno come principale preoccupazione quella di predicare una morale, vale a dire una legge che gli uomini devono osservare per vivere in società.
Ed è a questo che si riduce, la morale non avrebbe alcun senso al di fuori della vita sociale, e che si deve modificare assieme alle condizioni di questa.
Se dunque le religioni possono avere, e certamente hanno, infatti, la loro utilità da tale punto di vista, esse avrebbero dovuto limitarsi a questo ruolo sociale senza avanzare alcuna pretesa dottrinale.
In Oriente non poteva prodursi nessuna confusione fra i due domini, metafisico e sociale (o morale), che sono profondamente separati di modo tale che non è possibile nessuna azione dell'uno sull'altro; in effetti non vi si può trovare nulla che corrisponda anche solo approssimativamente a quel che gli occidentali definiscono come una religione, al contrario la Religione, così come l'abbiamo definita, viene onorata e praticata costantemente mentre nell'Occidente moderno la stragrande maggioranza la ignora perfettamente e non suppone neanche l'esistenza forse neppure la possibilità.
È facile accorgersi come gli occidentali deformino le cose che sono loro estranee, le considerano  attraverso la mentalità che è loro propria; si deve tuttavia riconoscere  che è assai difficile per degli individui sbarazzarsi dei pregiudizi di cui la loro razza si è imbevuta da molti secoli.
Così non è tanto agli individui che si deve rimproverare lo stato attuale delle cose, bensì ai fattori che hanno  contribuito a creare la mentalità della razza; e tra questi fattori, sembra proprio che si debba assegnare il primo posto alle religioni: la loro utilità sociale sicuramente incontestabile e sufficiente  a compensare questo inconveniente intellettuale?
Vedi anche: 
Tratto da "La Tradizione e le tradizioni" di R. Guènon

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