martedì 16 febbraio 2016

Akhenaton faraone eretico e Mosè

Akhenaton
Il nord dell'Egitto venne invaso dalle tribù degli Hyksos intorno al XVII secolo a.C.
Gli Hyksos erano un popolo semita culturalmente molto avanzato, che disponeva di tecnologie belliche d'avanguardia che furono certamente la causa del loro rapido successo.
Alla fine però gli Hyksos vennero sconfitti e cacciati definitivamente oltre il delta del Nilo, mentre parte del loro popolo venne catturata e costretta a rimanere in condizioni simili alla schiavitù.
La loro permanenza complessiva in Egitto fino alla cacciata del faraone eretico monoteista Akhenaton fu circa 400 anni, proprio lo stesso periodo di tempo indicato dalla Bibbia per la durata della cattività egizia degli Ebrei.
Inoltre il biblico disprezzo degli Egizi nei confronti degli Ebrei può  essere legittimamente paragonato all'emarginazione sociale in cui vennero relegati i profughi hyksos (che comunque non fu mai schiavitù in senso proprio) all'interno della società egizia.
Esiste quindi un importante parallelo oggettivo nella storia dei due popoli.
Le analogie con l'ebraismo  del resto sono di un'evidenza sconcertante.
Il monoteismo introdotto da Akhenaton prevedeva per esempio anche l'abolizione dai lunghi sacri di ogni forma d'idolatria e di figurazione delle divinità con persone o animali  (come nelle sinagoghe).
La rivoluzione religiosa non venne apprezzata dalla popolazione egizia che intendeva rimanere fedele alle sue tradizioni, ma trovò consenso tra la minoranza hyksos.
Da tale circostanza storica sarebbe poi scaturita l'alleanza che diede origine al nuovo popolo monoteista del faraone eretico, ovvero il popolo di Israele.
In seguito all'introduzione della riforma religiosa imposta da Akhenaton con l'uso delle armi, l'Egitto divenne terreno di scontro tra la fazione fedele al faraone e il resto della popolazione egizia sollevata dal potente clero tebano.
L'insurrezione civile costrinse poi il faraone ad abdicare e lasciare l'Egitto per le terre di Canaan con tutti i suoi seguaci eretici al seguito.
Una vicenda perfettamente sovrapponibile per periodo storico e circostanza al racconto biblico secondo cui Mosè condusse gli Ebrei fuori dall'Egitto fini alla 'terra promessa'.

Molto si è  discusso e scritto sull'eresia di Aton, un monoteismo in realtà molto atipico che racchiudeva in sé, senza rinnegarlo il complesso politeismo egizio.
Tale tipo di confessione del resto non è troppo dissimile dalla religione cattolica quando contempla l'esistenza di angeli e arcangeli come figure divine intermediarie tra l'uomo e l'unico dio.
Per tale ragione numerosi studiosi definiscono l'atonismo con il termine più appropriato di "enoteismo", spiegando che in realtà Aton non sarebbe stato l'unica divinità, bensì il dio supremo la cuivenerazione avrebbe potuto sostituire quella delle altre divinità, poiché tutte derivanti da esso.
Non sarebbe la prima volta che gli autori delle Sacre scritture deformano la storia per motivi politici o religiosi.
L'Antico Testamento ci informa, per esempio, che Mosè crebbe come un principe alla corte dei faraoni dopo essere stato miracolosamente trovato illeso dentro una cesta trasportata dalla corrente del Nilo.
Si tratta cioè di un episodio che in realtà trae origine dal precedente mito semita di re Sargon (2150 a.C.), secondo cui il grande condottiero fu abbandonato dalla madre all'interno di una cesta sulla acque impetuose dell'Eufrate.
Un escamotage letterario degli scribi volto a giustificare l'imbarazzante presenza del proprio patriarca nella casa reale degli odiati egiziani.

 Vedi anche: Sacerdoti serpenti
Tratto da "Scoperte archeologiche non autorizzate" di Marco Pizzuti

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