venerdì 11 marzo 2016

La fusione fredda e il rapporto 41

Dietro la "cortina fumogena" della "bufala" sollevata dalla maggior parte dei professori accademici ortodossi, aleggia lo spettro inquietante di un mondo dell'informazione completamente manipolato. 
Nel 1989, Martin Fleshmann e Stanley Pons, due insigni professori di elettrochimica, annunciarono al mondo la scoperta della fusione fredda ovvero la possibilità di produrre energia pulita e a bassissimo costo da un nuovo procedimento di trasmutazione della materia.
Una rivelazione che mise in subbuglio i signori del petrolio e costò la carriera ad entrambi gli scienziati definiti unanimamente dei ciarlatani dall'establishment accademico.
La trasmutazione della materia a debole energia (oggi) è una realtà scientifica assodata persino da enti di ricerca istituzionali (normalmente schierati a favore della politica energetica governativa) come l'ENEA (Ente Nazionale Energie Alternative), i cui ricercatori nel 2002 hanno redatto un dossier molto approfondito a tal proposito, il Rapporto 41.
Questo dossier è  cadutorapidamente nel dimenticatoio mediatici per essere definitivamente insabbiato dai più alti responsabili dello stesso ente di ricerca.
Il team di studiosi si vide infatti togliere improvvisamente dalle  mani il progetto su cui stava lavorando con risultati sbalorditivi senza ottenere alcun riconoscimento.
La "prosecuzione delle ricerche" è  stata poi affidata a un gruppo di studiosi israeliani.
La fusione fredda, pur producendo molta energia termica, non ha ancora trovato un impiego economicamente vantaggioso, in quanto la conversione della stessa in energia elettrica comporta enormi dispersioni.
Se venissero stanziati i fondi necessari per trovare la soluzione tecnica ai problemi tale tecnologia potrebbe mandare in "pensione" il petrolio.
Una eventualità che di certo non piace i signori dei Monopoli energetici.
Basti pensare che al di là delle verità ufficiali, il presidente dell' ENI Enrico Mattei venne assassinato nel 1962 (con una bomba sul suo aereo) dopo i ripetuti "consigli" della lobby del petrolio a rivedere la proistrategia petrolifera.
L'unica colpa di Mattei è  stata quella di aver osato contrastare democraticamente gli interessi egemonici delle famiglie che controllano da sempre il mercato dell'oro nero.
L'azione politica di Mattei non fu che una pallida minaccia se paragonata al pericolo costituito dalla tecnologia della trasmutazione della materia a debole energia.
Se venisse riconosciuta ufficialmente potrebbe liberare di colpo l'umanità dalla schiavitù nei confronti dell'oro e del petrolio.
Tratto da "Scoperte archeologiche non autorizzate" di Marco Pizzuti

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