martedì 1 marzo 2016

Pi greco e la sezione aurea nel codice dei costruttori



Secondo l'ingegner  Robert Bauval e tutto un filone di ricercatori eterodossi, le piramidi in realtà sono una sorta di libri di pietra che nascondono cifrati nella propria geometria di costruzione nozioni astronomiche e matematiche di altissimo livello. 
Dopo aver osservato l'inclinazione delle pareti delle piramidi, John Taylor (un editore londinese), si accorse che questa corrispondeva sempre a 52 0 51 e 51'.
Confrontando poi l'altezza della piramide con la lunghezza della base, scoprì il motivo di una simile scelta.
I costruttori conoscevano già ciò  che i Greci chiamarono "pi greco", ovvero una scoperta matematica che la storia ufficiale fa risalire a un'epoca assai posteriore alla IV dinastia. 

Dallo studio della geometria delle piramidi di Giza è  emerso inoltre l'uso della celebre sezione aurea, una formula da sempre al centro dell'interesse di mistici e scienziati.

Le menti che progettarono tali strutture vollero porre l'attenzione dei posteri su alcuni rapporti matematici da loro considerati sacri.
Tutto il cosmo esiste come prodottoe combinazione di informazioni matematiche che descrivono una realtà più complessa di ciò  che possiamo comprendere con i nostri sensi.
L'universo (o multiverso) è  un immenso elaborato caratterizzato da precisi rapporti di proporzione come la cosiddetta "sezione aurea".
Da tale "divina proporzione" (pari a 1,618) può essere sviluppata la geometria della spirale, l'archetipo di tutte le forme che è  intrinsecamente presente dappertutto, dai cavolfiori alle galassie.
Vedi anche: Le Piramidi secondo Guènon
Tratto da "Scoperte archeologiche non autorizzate" di Marco Pizzuti

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