venerdì 6 maggio 2016

L'inutilità della vivisezione


"....coloro che sperimentano sugli animali non dovrebbero mai acquietare la loro coscienza dicendo che queste crudeltà avrebbero uno scopo lodevole..."
Albert Schweitzer
....perché tra l'altro non è così....:
In teoria un farmaco dovrebbe comparire sugli scaffali delle farmacie e degli ospedali solo dopo che attente verifiche di laboratorio ne hanno dimostrato la reale efficacia. In pratica però accade che le grandi case farmaceutiche s'inventino molti modi per far credere un farmaco necessario o utile anche quando non lo è affatto.
Uno di questi è  certamente la vivisezione dei test preclinici, un tipo di sperimentazione che, pur essendo ancora molto utilizzato dalla lobby del farmaco con il sostegno del mondo accademico, non offre alcun risultato attendibile sull'uomo.
"...Molte persone, pur non sapendo nulla sull'argomento, continuano a ripetere fra su come: '...non si può fare a meno della vivisezione perché è necessaria per alleviare i mali fisici dell'uomo....altrimenti come faremmo a testare i farmaci ed altri prodotti?" Dott Massimo Tettamanti della Lega Antivivisezione.
Un'opinione diffusa e infondata che Big Pharma ha costruito e alimentato ad arte per nascondere il lato oscuro di una farmacologia moderna ormai completamente asservita alle regole del business.
In pratica, più  sono inaffidabili e opinabili i risultati dei trial e maggiori sono le possibilità di poetare un farmaco sul mercato.....
La vivisezione con i suoi risultati fuorvianti serve perfettamente a questo scopo.
"I cancri provocati mediante impianto o iniezione nell'animale non possono in nessun caso, né per la causa né per l'effetto, essere paragonati a quelli dell'uomo" prof Lain F.H. Purchase
Anche Umberto Veronesi conferma questa posizione: "Gran parte delle ricerche sul cancro [...] è stata svolta su animali da laboratorio.
Si spera di ottenere un modello sperimentale che riproducesse nell'animale le condizioni di sviluppo dei tumori umani e quindi di trasferire all'uomo i risultati ottenuti. Ma intorno agli anni '60 ci si è  resi conto che questa seducente ipotesi di lavoro non era realizzabile.
I tumori dei topi, dei ratti, dei polli, o delle cavie sono sostanzialmente diversi da quelli dell'uomo; diverso è il loro modo di formarsi, di accrescersi, di metastatizzare.
Perciò nonostante l'enorme mole di informazioni apprese, l'utilizzazione in campo umano era trascurabile".
....l'utilizzo della sperimentazione animale non solo fornisce dati inattendibili, ma potrebbe anche aver indirizzato la ricerca in direzione sbagliata,  allontanando o ritardando la scoperta di cure più efficaci.
In realtà esistono metodi di ricerca alternativi alla vivisezione che sembrano funzionare assai meglio e offrono maggiori garanzie di validità sull'uomo.
La lobby del farmaco però,  non ha alcun interesse economico nell'adottare le tecnologie di sperimentazione più recenti, che potrebbero ridurre drasticamente i guadagni già in fase preclinica.
Gli animali oltre ad essere assai diversi dall'uomo, sono anche molto più resistenti; come  cavie da laboratorio forniscono quindi risultati così ambigui da essere facilmente manipolabili secondo convenienza.
"La storia della ricerca  sul cancro è legata alla cura del cancro nei topi.
Per decenni abbiamo curato il cancro nei topi - ma questo semplicemente non ha funzionato negli uomini".
Dr. Richard Klausner
Ex direttore del National Cancer Institute
Il grande vantaggio della vivisezione a livello commerciale è l'ambiguità dei risultati: i ricercatori dell'industria farmaceutica possono manipolare l'interpretazione secondo il proprio tornaconto.
Si tratta di una pratica consolidata per spianare la strada ai farmaci inutili fino alla fase dei trial clinici che precede la loro commercializzazione.
Vedi anche:Il pensiero di Jung sulla vivisezione
Tratto da "Scoperte mediche non autorizzate" di Marco Pizzuti

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