venerdì 20 maggio 2016

Principio di ridondanza e gli effetti collaterali dei farmaci


I medici eterodossi o tutti coloro che praticano terapie alternative sono spesso avvisati della peggior colpa possibile per un dottore: nuocere al paziente.
Che siano ciarlatani o sbaglino in buona fede, vanno assolutamente fermati perché impediscono al malato di ricorrere alle cure tradizionali o addirittura prescrivono trattamenti di per sé  pericolosi.
Eppure, proprio questa è la prima accusa che andrebbe mossa a Big Pharma e a tutti i farmaci sintetici.
Basta leggere un bugiardino per restare impressionati dal gran numero di effetti collaterali... in termini dotti ci informa che il prodotto è una specie di roulette russa, poiché non è possibile prevedere tra i tanti possibili "effetti collaterali"si manifesterà di concreto.
Alla base del loro funzionamento c'è un principio che spiega la valanga di questi effetti indesiderati, essi sono determinati dal "principio di ridondanza" e cioè, dal fatto che i sistemi biologici sfruttano lo stesso tipo di messaggi chimici per regolare diverse funzioni dell'intero organismo.
Immaginiamo di poter utilizzare un solo codice per far funzionare tutti gli elettrodomestici di casa: per evitare di azionarli contemporaneamente è  necessario prevedere un terminale di attivazione per ciascuno.
I sistemi biologici funzionano allo stesso modo: per non creare guasti nell'attività fisiologica ordinaria, le informazioni ridondanti vengono trasmesse esclusivamente nelle aree dove ce n'è bisogno.
I farmaci invece, nella maggior parte dei casi vanno in circolo attraverso il sangue e trasmettono le informazioni ridondanti in tutto l'organismo causando appunto gli effetti collaterali.
La somministrazione di messaggi chimici farmacologici è un po' come sparare cannonate su nemici nascosti tra i civili e poi sperare di colpire solo i bersagli giusti.
Scegliere come sistema di cura il male minore, cioè accontentarsi di guarire una patologia peggiorando lo stato di salute generale, è un approccio che forse poteva andare bene all'inizio del Novecento, quando la scienza si muoveva a tentoni e doveva affrontare nemici bene identificati.
Le conoscenze più recenti e in particolare la consapevolezza della solida interconnessione tra tutti gli organismi e l'ambiente, dovrebbero spingerci a rivedere la stessa idea di medicina per concepirla come un sistema di competenze multiple e in stretta relazione.
Tratto da "Scoperte mediche non autorizzate" di Marco Pizzuti

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