venerdì 17 giugno 2016

Cavie umane

Secondo un'inchiesta del quotidiano inglese Indipendent, dal 2005 i colossi di Big Pharma hanno utilizzato almeno 150.000 indiani per svolgere più di 1.500 trial clinici.
I volontari vengono reclutati di preferenza tra le fasce più povere della popolazione, perché accettano di sottoporsi ai test per un bassissimo compenso: le condizioni di estrema indigenza, spesso accompagnate da analfabetismo, fanno sì che molti non abbiano le conoscenze necessarie per capire i rischi cui vanno incontro.
Spesso i pazienti non erano neppure al corrente di partecipare a una sperimentazione: i medici si limitavano a "consigliare" loro di assumere determinati farmaci senza avvisarli che si trattava di prodotti da testare.
Come riferisce l'Indipendent, tra il 2007 e il 2010 sono morte almeno 1.730 persone durante o dopo la partecipazione a uno di questi esperimenti.
Non è stato però possibile stabilire la responsabilità diretta degli organizzatori  (e quindi del prodotto in uso), perché a redigere i certificati di morte sono stati gli stessi medici che conducevano i test.
Tutti i Paesi del Terzo Mondo hanno sistemi sanitari più fragili e criteri diagnostici facilmente manipolabili.
In queste lacune strutturali si inserisce l'industria farmaceutica per ottenere dati e statistiche funzionali ai propri scopi.
Qui più  che altrove, le fonti ufficiali sono molto inaffidabili e alterano pesantemente le statistiche a livello mondiale.

(Mi viene da pensare che il Terzo Mondo così com'è serve al Sistema più di quanto si immagina ed è per questo che non si fa nulla per arginare i loro problemi, che non si fa nulla per controllare le nascite, che non si fa nulla per cambiare nulla....
...Fa comodo al Sistema..
.)A.M.
Tratto da "Scoperte mediche non autorizzate" di Marco Pizzuti

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