mercoledì 15 giugno 2016

I luoghi della memoria


La memoria artificiale si basa su "luoghi" e immagini  ("constat igitur artificiosa memoria ex locis et imaginibus"): definizione basilare destinata ad essere costantemente ripresa nel corso delle età successive.
Un locus è un posto facilmente afferrato dalla memoria, come una casa, un intercolumnio, un angolo, un arco, ecc.
Le immagini sono forme, tratti caratteristici, simboli ("formae","notae","simulacra") di ciò che desideriamo ricordare.
L'arte della memoria è come una scrittura. 
Chi conosca le lettere dell'alfabeto può mettere per iscritto ciò che gli viene dettato e poi leggere ciò che ha scritto.
In modo analogo, chi abbia imparato mnemonica può sistemare nei "luoghi" ciò che ha udito e ripeterlo a memoria:  "poiché i luoghi sono molto simili a tavolette xetate o papiro, le immagini a lettere, la collocazione e la disposizione delle immagini alla scrittura e il pronunciare un discorso alla lettura.
loci sono come tavolette cerate che restano quando ciò che è scritto su di esse si cancella e sono pronte ad essere riscritte.
Per quanto sicuri di non sbagliare nel ricordare l'ordine dei loci è  utile contrassegnarne uno ogni cinque con un connotato caratteristico.
È meglio formare i loci della propria memoria in un luogo deserto e solitario, perché la folla e il passaggio di gente tendono a indebolire le impressioni.
loci della memoria non debbono essere troppo simili tra di loro; per esempio: troppi intercolumni non sono adatti, perché la somiglianza fra loro può generare confusione. È bene che siano  di dimensioni modeste, non troppo ampi, perché ciò rende vaghe le immagini collocate in essi, e non troppo piccoli, perché in tal caso la disposizione delle immagini diventerà sovraffollata.
Non devono essere illuminati troppo splendidamente, perché in  tal caso le immagini sistemate in essi scintillano e abbagliano; né devono essere troppo oscuri e le ombre ottenebreranno le immagini.
Una persona dotata di esperienza abbastanza ricca può facilmente procurarsi tutti u loci che vuole; ma anche chi pensi di non disporre di un numero bazzecole di buoni loci può rimediare alla mancanza, "perché il pensiero può abbracciare qualsiasi regione ed in essa, a propria volontà, costruire la posizione di qualche locus".
Ciò equivale a dire che la mnemonica può fare ricorso a quelli che in seguito furono chiamati "luoghi fittizi", in contrasto con i "luoghi reali" del metodo consueto.
Tratto da "L'arte della memoria" di Frances A. Yates

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