lunedì 20 giugno 2016

Malattia: terzo business del Sistema mondiale


La malattia rappresenta il terzo business a livello mondiale e che esiste un insanabile conflitto d'interessi tra salute del malato e il profitto delle multinazionali.
Nell'immaginario collettivo i farmaci diventano dei rimedi quasi miracolosi a cui ricorrere al primo colpo di tosse.
I farmaci sono il frutto del lavoro di scienziati integerrimi,  la cui esistenza è interamente dedicata a migliorare le condizioni del genere umano.
O almeno così siamo abituati a credere: un quadro idilliaco, che non corrisponde alla realtà già da molto tempo.
I medicinali sono divenuti prodotti commerciali a tutti gli effetti che le multinazionali mettono in vendita per il loro tornaconto economico.
Non è  più  la medicina a guidare l'industria del farmaco, ma il contrario.
I camici bianchi costituiscono solo la manodopera qualificata al servizio di corporation che hanno trasformato la medicina nel terzo business più remunerativo del mondo.
Solo accettando questa verità potremo scoprire quanto è "malato" il mondo del farmaco e della ricerca stessa.
E ciò al punto che alcune rivoluzionarie scoperte medico-scientifiche sono state inspiegabilmente messe a tacere o del tutto screditate pur di non intaccare i guadagni assicurati da terapie più  costose.
L'insieme delle grandi multinazionali che detengono il monopolio delle cure viene chiamato "Big Pharma" e, per quanto possa apparire paradossale, sono proprio le malattie, soprattutto le più terribili, a costituire la loro fonte di lucro primaria.
Le patologie croniche rappresentano una manna dal cielo.
Dal punto di vista economico produrre un farmaco a basso costo, efficace in modo definitivo, non potrà mai essere un buon investimento.
Il massimo profitto si realizza commercializzando medicine che presentano molti effetti collaterali  (ovvero che migliorano una patologia inducendone nello stesso tempo altre) e pochi benefici reali (o addirittura nessuno).
Le aziende non permettono ai ricercatori di pubblicare in alcun modo i risultati ottenuti se questi sono sfavorevoli ai loro farmaci.
Un paziente guarito è un cliente in meno.
Una strategia molto diffusa tra le multinazionali: creare organizzazioni popolari di facciata per promuovere interessi che in realtà vanno contro quelli dei cittadini.
Il gruppo di consumatori si dichiara indipendente e viene percepito come un portavoce di obbiettivi condivisi da tutti, mentre è una sottile arma di manipolazione.
".....Adesso.... le aziende farmaceutiche promuovono malattie che si adattano ai loro farmaci" Marcia Angell
Negli ultimi vent'anni abbiamo assistito alla nascita di nuove patologie create ad hoc da medici e istituzioni compiacenti solo per aumentare i profitti del settore farmaceutico.
La strategia di punta ha come obbiettivo le notizie veicolate dai media.
Queste vengono alimentate con storie create ad hoc per generare paura su una condizione o una malattia e per attrarre l'attenzione sull'ultimo farmaco o ritrovato.
Molti vantaggi economici possono derivare da persone sane che credono di essere malate.
(Ipertensione, colesterolo, menopausa)
Nonostante vendano sempre raccomandate una dieta sana e l'attività fisica, è  prevedibile che la stragrande maggioranza dei pazienti preferirà, per pigrizia, per maggior sicurezza o per forme indotte di ipocondria, ricorre ai farmaci.
La collaborazione dei medici con le multinazionali si manifesta in una alleanza nefasta per la corretta informazione scientifica, poiché promuove un quadro che fa apparire diffusa e grave una malattia, ed esalta le cure farmaceutiche a discapito dei metodi alternativi.
Tratto da "Ricerche mediche non autorizzate" di Marco Pizzuti

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