mercoledì 22 giugno 2016

Le immagini della memoria


Indirizziamoci ora alla teoria delle immagini.
Cominciano le regole delle immagini, la prima delle quali è che esistono due specie di immagini, una per le "cose" (res), l'altra per le "parole"(verba).
Cioè la "memoria per le cose" costruisce immagini per ricordare un argomento, un concetto, o una "cosa"; ma la "memoria per le parole" deve trovare immagini per ricordare ogni singola parola.
Le "cose" sono così il soggetto del discorso; le "parole" sono il linguaggio di cui questo soggetto si riveste.
A seconda che aspirate a una memoria artificiale, solo per ricordarvi l'ordine dei concetti, degli argomenti, delle "cose" de vostro discorso, o intendiate fissare nella memoria ogni singola parola nel giusto ordine, la prima specie di memoria artificiale è la memoria rerum, la seconda specie è la memoria verborum.
L'ideale, quale viene definito da Cicerone, sarebbe il possesso di una "percezione salda nella mente", sia delle cose, sia delle parole.
Quali sono le regole sulla qualità delle immagini da scegliere per fissarle nella memoria entro i luoghi? Ci sono ragioni psicologiche che l'autore fornisce per la scelta delle immagini mnemoniche.
Perché certe immagini sono forti e nette e così adatte a risvegliare la memoria, mentre altre sono deboli e tenui al punto che quasi non la stimolano affatto.
Ora la natura stessa ci ha insegnato che dobbiamo fare.
Quando nella vita di ogni giorno  vediamo cose meschine, usuali, banali, generalmente non riusciamo a ricordarle, perché la mente non ne riceve nessuno stimolo nuovo o inconsueto.
Ma se vediamo o udiamo qualcosa di eccezionalmente basso, vergognoso, inconsueto, grande, incredibile o ridicolo siamo soliti ricordarcene a lungo.
Dimentichiamo abitualmente cose vedute o udite poco addietro; ma ricordiamo spesso perfettamente avvenimenti della nostra infanzia.
Le cose abituali scivolano via facilmente, mentre quelle eccitanti e nuove si fissano più  a lungo nella mente.
Così la natura mostra che essa non è turbata da eventi comuni e consueti ma è scossa da un avvenimento nuovo o straordinario.
L'arte, dunque, imiti la natura, cerchi ciò che la natura richiede, la scelga a sua guida; perché nell'invenzione la natura non viene mai per ultima e la dottrina mai per prima; ma al contrario, gli inizi delle cose sorgono dal talento naturale e le conclusioni sono raggiunte dalla disciplina.
Dobbiamo fissare immagini di qualità tale che aderiscano il più a lungo possibile nella memoria.
Se assegnamo ad esse eccezionale bellezza o bruttezza singolare; se adorniamo alcune di esse ad esempio con corone o manti di porpora per rendere più evidente la somiglianza, o se le sfiguriamo in qualche modo ad esempio introducendo una macchiata di sangue o imbrattata di fango o sporca di tinta rossa, così il suo aspetto sarà più impressionante; oppure attribuendo alle immagini qualcosa si ridicolo
Cicerone ha chiaramente fissato l'idea di aiutare la memoria suscitando urti emozionali per mezzo di queste immagini impressionanti e insolite, belle o disgustose, comiche o oscene.
Tratto da L'arte della memoria" di Frances A. Yates

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