mercoledì 29 giugno 2016

Platone e l'arte della memoria

Platone (come Aristotele) usa la metafora del sigillo nel passo famoso del Teeteto in cui Socrate parla di un blocco di cera che esiste nella nostra anima- di qualità variabile nei diversi individui- che è "il  dono della memoria, madre delle Muse".
Ogniqualvolta vediamo o udiamo o pensiamo qualcosa, sottoponiamo questa cera a percezioni e pensieri, e li imprimiamo su di essa, proprio come facciamo stampi con il sigillo di un anello.
Ma Platone, diversamente da Aristotele, crede che esista una conoscenza non derivata da impressioni sensorie, che ci siano latenti nella nostra memoria le forme e gli stampi delle Idee, della realtà che l'anima conobbe prima della sua discesa quaggiù.
Vera conoscenza consiste nell'adattare le orme delle impressioni sensorie allo stampo o impronta della più alta realtà, di cui le cose quaggiù sono riflessi.
Il Fedone sviluppa l'argomento che tutti gli oggetti sensibili sono riferibili a certi tipi di cui sono i simulacri.
Non abbiamo visto o appreso i tipi in questa vita: li vedemmo prima che la nostra vita cominciasse e la loro conoscenza è innata nella nostra memoria.
Noi percepiamo uguaglianza in oggetti uguali perché l'Idea di uguale è stata impressa nella nostra memoria, il suo sigillo è latente nella cera della nostra anima.
La vera conoscenza consiste nell'adattare le impronte derivanti dalle impressioni sensorie all'impronta fondamentale o sigillo della Forma o Idea a cui gli oggetti corrispondono.
Platone sviluppa il tema che conoscenza della verità è dell'anima consiste nel ricordo, nella reminescenza delle Idee una volta viste da tutte le anime, di cui tutte le cose terrene sono solo copie confuse.
Tutta la conoscenza e tutto l'apprendimento è un tentativo di ricordare le realtà, raccogliendo in unità le molteplici percezioni dei sensi attraverso la loro corrispondenza con la realtà.
"Nei simulacri terreni di giustizia e temperanza e delle altre idee care all'anima, non c'è luminosità, e soltanto pochi, appressandosi a questi simulacri, faticosamente, attraverso gli annebbiati organi dei sensi, scorgono le idee imitate da quelli.
Memoria in senso platonico è l'attività fondamentale del tutto.
Platone è essenziale per l'arte mnemonica del Rinascimento.
Tratto da "L'arte della memoria" di Frances A. Yates

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