mercoledì 20 luglio 2016

Aristotele e l'arte della memoria

Nel De insomnis, Aristotele dice che certe persone hanno sogni in cui "sembrano ordinare gli oggetti dinnanzi a loro secondo il loro sistema mnemonico"....
Nel De anima c'è una frase analoga: "È possibile porre le cose davanti ai nostri occhi, come fanno quelli che inventano sistemi di memoria e costruiscono immagini".
La teoria di Aristotele sulla memoria e il ricordo è  basata sulla teoria della conoscenza, esposta nel De anima.
Le percezioni prima convogliate dai cinque sensi sono trattate o elaborate dalla facoltà immaginativa,  e le immagini così costituite divengono la materia della facoltà intellettiva.
L'immaginazione è l'intermediaria fra percezione e pensiero.
Così mentre tutta la conoscenza è, in definitiva, ricavata da impressioni sensoriali, l'intelletto non opera sul materiale grezzo di queste, ma dopo che esse sono state trattate dalla facoltà immaginativa o assorbite in essa.
È la parte formatrice di immagini dell'anima quella che rende possibile l'opera dei più elevati processi di pensiero.
Quindi "l'anima non pensa mai senza un'immagine mentale", "la facoltà pensante pensa le sue forme in immagini mentali", "nessuno potrebbe mai imparare o capire qualcosa, se non avesse la facoltà della percezione; anche quando pensa speculativamente deve avere alcune immagini mentali con cui pensare".
La memoria appartiene alla stessa parte dell'anima a cui appartiene l'immaginazione: è una collezione di immagini mentali derivate da impressioni sensoriali ma con in più un elemento temporale, poiché le immagini mentali della memoria derivano dalla percezione non di cose presenti, ma passate.
Aristotele distingue tra memoria e ricordo o rievocazione.
Rievocazione è il recupero di una conoscenza o sensazione che si aveva in precedenza. È  uno sfogo deliberato per trovare la propria strada fra i contenuti della memoria, scavando fra di essi quello che si cerca di ricordare.
In questo sforzo Aristotele mette l'accento su due principi fra loro connessi: uno è il principio di ciò che noi chiamiamo associazione; l'altro il principio d'ordine.
Prendendo le mosse da "qualcosa di simile o di contrario..." con ciò che stiamo cercando, arriveremo a ciò  che stiamo cercando..
Inoltre dobbiamo cercare di recuperare un ordine  di avvenimenti o di impressioni che ci guida all'oggetto della nostra ricerca, poiché i movimenti nella reminiscenza seguono lo stesso ordine degli avvenimenti originali...
Però ci occorre un punto di partenza, da ciò iniziare lo sforzo di ricordare.
Aristotele introduce i luoghi della memoria artificiale per illustrare le sueosservazioni sull'importanza dell'attività associativa e ordinatrice nel processo di reminescenza.
"...nella mente si formano certe impressioni analoghe a quelle del sigillo di un anello sulla cera"
L'uso di questa metafora da parte di Aristotele per le immagini da impressioni sensorie sono paragonabili allo stampo di un sigillo su cera.
Per Aristotele tali "impressioni" sono la fonte basilare di tutta la conoscenza; per quanto rielaborate e astratte dall'intelletto pensante, non vi potrebbe essere pensiero o conoscenza senza di esse, poiché è dalle impressioni dei sensi che ogni conoscenza dipende.
Aristotele è essenziale per la forma scolastica e medievale dell'arte della memoria.
Tratto da "L'arte della memoria" di Frances A.Yates

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