lunedì 22 agosto 2016

Il lato "segreto" di D'Annunzio

Gabriele D'Annunzio fu a suo modo un mago e non solo della parola.
Riuscì a "stregare" uomini e donne piegandoli alla sua volontà: a parte le centinaia di amanti - la maggior parte più femmine che muse - trovò, ovunque e sempre, persone devote, soprattutto in guerra e a Fiume dove, dopo essere stato poeta e dongiovanni di fama mondiale, divenne con gesta memorabili anche "inimitabile" eroe da acclamare; tutto in linea con l'estetica decadentista.
"Chi mai, oggi e nei secoli, potrà indovinare quel che di me ho io voluto nascondere? " scrisse.
E ancora: "Io non voglio parlare del mio enigma, né del mio segreto"; "il mio mondo è un'azione mutua tra gli iddii e me".
C'è una parte del personaggio destinata a rimanere sconosciuta, "segreta", per usare una parola che gli fu particolarmente cara.
Alcuni indizi inducono a credere che nella sfera celata rientri il rapporto con l'arcano;  addirittura forse egli intese dissimulare proprio questa specifica propensione.
Del resto, se "Conoscere è assumere le più diverse forme della vita", vi è più alta indagine di quella del pianeta del mistero?
D'Annunzio amò "sentire in modo cosmico", proclamò la sua anima "sollevata da una specie di delirio stellare".
Il foglio affermò che il padre "si dilettava con una pazienza d'alchimista delle ricerche più diverse e impensate"; leggeva libri del tutto ignorati; prendeva appunti "dalle opere che in tutte le epoche furono scritte sulla magia,  che è una scienza filosofica e religiosa rappresentata da un simbolismo concepito in forma matematica e che in parte rivive nelle superstizioni che sono come le scorie di credenze antiche.
Per comprenderla occorre un'intelligenza superiore".
Dell'insolita e complessa materia Gabriele D'Annunzio si occupò con particolare interesse.
"Come i dogmi della magia si rivelano coi simboli, così l'anima del poeta si rivela con le immagini e a meglio comprendere gli uni e le altre, occorre una sensibilità affinata da un'attenzione vigilante.
....Alla sua essenza di superuomo doveva piacere di leggere che Zoroastro aveva stabilito che gli astri sono le immagini e i riflessi degli splendori intellettuali per cui come i maghi hanno i loro segreti sacerdotali così i poeti hanno le loro virtù trascendenti".
Tratto da "D'Annunzio e l'occulto" di Attilio Mazza

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