lunedì 23 gennaio 2017

Emanuela Orlandi la Banda della Magliana e piazza Sant'Apollinare


Su piazza Sant'Apollinare, che prende il nome della basilica omonima, fondata da papa Adriano I nel 780 dC, si erge questo edificio, una delle basiliche minori di Roma, tornato di grande attualità per le cronache che si riferiscono alla vicenda di Emanuela Orlandi, la figlia di un dipendente del Vaticano, scomparsa in circostanze misteriose il 22 giugno del 1983 e mai più ritrovata.
Emanuela fu presumibilmente rapita a poche decine di metri dalla chiesa, in corso Rinascimento, dopo aver salutato sue compagne di studi che erano salite su un autobus.
La cosa singolare è che Emanuela proveniva da piazza Sant'Apollinare: era lì che aveva sede la scuola di musica presso la quale la ragazza seguiva corsi di pianoforte, solfeggio, flauto traverso e canto corale.
Emanuela non è mai stata ritrovata e intorno alla sua sparizione sono fiorite le ipotesi più disparate che hanno portato a presunti collegamenti con l'attentato a Giovanni Paolo II in piazza San Pietro il 13 maggio 1981, con lo scandalo dello IOR, con il caso Calvi, e in particolare, con le malefatte della cosiddetta Banda della Magliana, che terrorizzó Roma negli anni Settanta e Ottanta.
Piazza Sant'Apollinare, e in particolare, la basilica tornano ad essere collegate a Emanuela Orlandi quando nel corso della trasmissione televisiva un anonimo suggerì telefonicamente alla conduttrice che se si voleva fare luce sulla scomparsa della ragazza bisognava "vedere chi è sepolto nella basilica di Sant'Apollinare".
Nella basilica tra le pochissime recenti sepolture, vi era quella di Enrico (detto Enrichetto) De Pedis, uno dei leader della Banda della Magliana.
Come si scoprì in seguito, il boss era stato sepolto nella chiesa -territorio vaticano- con tutte le autorizzazioni del caso.
E dunque; come mai a un criminale conclamato era stata concessa una sepoltura così privilegiata?
Nel 2011 le dichiarazioni di un nuovo testimone - Antonio Mancini, anch'esso all'epoca affiliato alla banda- avvalorarono l'ipotesi che la ragazza fosse stata rapita dall'organizzazione criminale come ricatto per la restituzione di denaro sporco che era stato investito in operazioni bancarie vaticane.
La sepoltura di De Pedis sarebbe stata una richiesta fatta dallo stesso boss alle autorità vaticane come contropartita per ottenere che la banda smettesse di attaccare o ricattare le istituzioni finanziarie ecclesiastiche.
Prende così corpo l'ipotesi che nel loculi della basilica di Sant'Apollinare, insieme alle ossa del boss, vi siano anche quelle di Emanuela Orlandi.
Il corpo di Emanuela si sarebbe trovano nello stesso punto in cui ella prendeva lezioni.
Il 14 maggio del 2012 su ordine della Procura, è stata data la disposizione di aprire la tomba di De Pedis.
All'interno gli inquirenti hanno trovato soltanto la salma del criminale.
Scavando più in profondità sono stati trovati resti di altre sepolture che però vennero identificati come ossa di età napoleonica.
Il giallo così continua.
Il corpo di Emanuela Orlandi non è stato ancora ritrovato e resta il ruolo che la piazza e la basilica omonima hanno sinistramente giocato nella sua vita (e nella sua morte)
Tratto da "Roma segreta e misteriosa" di F.Falconi

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