La società dei Celti è regolata in modo ordinato, netto, preciso.
Ciascuno ricopre un ruolo assegnargli sin dalla nascita e lo vive seguendo canoni rigidi di comportamento, nel rispetto della legge, non scritta, che regola tutti i momenti del percorso terreno, all'interno del quale tuttavia si aprono spazi magici, di rapporto con il mondo ultraterreno, quello dei sid, per esempio.
I Druidi, secondo alcuni maghi e profeti, secondo altri giudici e sapienti, sicuramente depositari e custodi del sapere, essi si identificano sin dall'inizio con la casta sacerdotale, quella che detiene con i nobili il potere che decide di ogni azione.
Hanno il privilegio di parlare prima del re perché possiedono la conoscenza
I re sono tali, almeno all'inizio, non in virtù di una diretta eredità, ma del loro coraggio, della loro capacità di saper guidare i guerrieri e le genti, di saper assicurare l'abbondanza, di saper affrontare prima degli altri ogni genere di prova.
Il complesso abbaziale di Mont-Saint-Michel, in Normandia, fatto ggetto di profonda devozione cristiana nel Medioevo, era già sacro ai Druidi con il nome di Mont Belaine, il Monte di Lug-Belenus, il dio luminoso dei Celti.
All'interno di una società dominata dai sacerdoti e dai nobili, che regolavano la vita degli altri... assume un ruolo di particolare importanza il filid, il poeta, cantore delle imprese di guerra, capace di narrare il passato glorioso e l'origine divina dell'intero popolo.
Prima del V secolo d. C. presso i Celti non è in uso la scrittura e che dunque l'intera memoria del passato viene conservata proprio da loro, risulta ancora più evidente quanto grande sua la considerazione di tutti nei loro confronti.
Un filid è in grado non solo di tessere le lodi di un re, aumentandone il prestigio e il potere, ma anche di distruggerlo i sminuirlo agli occhi degli altri con poche significative parole.
Quando poi viene introdotta la scrittura sono gli stessi poeti, convertiti al cristianesimo, a fissare su pergamena il ricco patrimonio mitologico ed epico, fino ad allora tramandato solo oralmente.
Ciascuno ricopre un ruolo assegnargli sin dalla nascita e lo vive seguendo canoni rigidi di comportamento, nel rispetto della legge, non scritta, che regola tutti i momenti del percorso terreno, all'interno del quale tuttavia si aprono spazi magici, di rapporto con il mondo ultraterreno, quello dei sid, per esempio.
I Druidi, secondo alcuni maghi e profeti, secondo altri giudici e sapienti, sicuramente depositari e custodi del sapere, essi si identificano sin dall'inizio con la casta sacerdotale, quella che detiene con i nobili il potere che decide di ogni azione.
Hanno il privilegio di parlare prima del re perché possiedono la conoscenza
I re sono tali, almeno all'inizio, non in virtù di una diretta eredità, ma del loro coraggio, della loro capacità di saper guidare i guerrieri e le genti, di saper assicurare l'abbondanza, di saper affrontare prima degli altri ogni genere di prova.
Il complesso abbaziale di Mont-Saint-Michel, in Normandia, fatto ggetto di profonda devozione cristiana nel Medioevo, era già sacro ai Druidi con il nome di Mont Belaine, il Monte di Lug-Belenus, il dio luminoso dei Celti.
All'interno di una società dominata dai sacerdoti e dai nobili, che regolavano la vita degli altri... assume un ruolo di particolare importanza il filid, il poeta, cantore delle imprese di guerra, capace di narrare il passato glorioso e l'origine divina dell'intero popolo.
Prima del V secolo d. C. presso i Celti non è in uso la scrittura e che dunque l'intera memoria del passato viene conservata proprio da loro, risulta ancora più evidente quanto grande sua la considerazione di tutti nei loro confronti.
Un filid è in grado non solo di tessere le lodi di un re, aumentandone il prestigio e il potere, ma anche di distruggerlo i sminuirlo agli occhi degli altri con poche significative parole.
Quando poi viene introdotta la scrittura sono gli stessi poeti, convertiti al cristianesimo, a fissare su pergamena il ricco patrimonio mitologico ed epico, fino ad allora tramandato solo oralmente.
Tratto da "Miti dei Celti"
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