venerdì 1 settembre 2017


Finlandesi, Estoni e Lapponi rappresentano un'isola culturale etnicamente affine agli Ungheresi e ad altre lontane popolazioni asiatiche: Sirieni, Votiachi, Ceremissi, Mordivini, Voguli e Ostiachi.
Costoro parlano lingue appartenenti alla famiglia ugrofinnica, che con quella germanica non ha più rapporti di parentela di quanti ne abbia il basco.
Queste lingue vengono definite "agglutinanti"  e sono spesso caratterizzate da fenomeni di armonizzazione vocalica, così come avviene per il turco.
Sino a epoca assai recente, queste tradizioni culturali sono rimaste isolate dall'ambiente scandinavo: anche se la civiltà occidentale - e con essa il cristianesimo - filtrò tra i dotti dal Medioevo in poi, il loro grande poema epico, il Kalevala, rimase intatto, affidato com'era alla trasmissione orale, risalente in forma immutata a tempi antichissimi.
Esso possiede caratteristiche straordinariamente primitive, così primitive da scoraggiare qualsiasi tentativo di derivarne l'origine da fonti classiche.
All' interno di questa tradizione isolata si sono scoperti sorprendenti paralleli con la mitologia nordica e celtica, paralleli che devono necessariamente risalire a epoche precedenti la storia documentata delle tre civiltà.
Tratto da "Il mulino di Amleto" di G. de Santillana e H. von Dechend

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