venerdì 27 ottobre 2017

Il "fiume fiammeggiante" della Divina commedia


Il "fiume fiammeggiante" nel Fedone è una regione infuocata situata in basso e attraversata da un torrente di lava che emana fuoco vero fin sulla superficie della terra.
Alcuni interpreti hanno creduto che il suo corso fosse all'interno della terra, altri invece hanno trasferito il Piriflegetonte dentro l'animo umano (il Flegetonte; ardori delle nostre ire e passioni....l'Acheronte; dispiacere per aver detto o fatto qualcosa....il Cocito; qualsiasi cosa spingesse gli uomini al cordoglio o alle lacrime....lo Stige; qualsiasi cosa sprofondasse gli animi umani nell'odio reciproco), ma non c'è quasi da dubitare che, come ha sostenuto Dieterich, si trattasse all'origine di una corrente di luce fiammante nel cielo....il torrente infuocato, come lo chiama l'Eneide, scende in spirali accuratamente tracciare dalla topografia dantesca, fino a partecipare in cascata assieme agli altri fiumi nel lago gelato del Cocito, là "ove più non si dismonta", perché si è giunti al centro,....dove Lucifero in persona è prigioniero del ghiaccio (Dante rispetta la tradizione cristiana che vuole l'universo, per così dire, diabolocentrico).
Ma perché dice che il fiume di fuoco è così particolarmente "notabile"?
L'enigma è stato risolto in un'attenta analisi dei tre mondi danteschi.
Innanzitutto si è scoperto, grazie a un manoscritto poco noto della tarda antichità, il cosiddetto "Terzo mitografo vaticano", che il territorio circolare occupato dal Fiume Rosso infernale era inteso "da taluni autori" come l'esatto corrispondente del cerchio di Marte nei cieli, perché essi "fanno iniziare do i inferi nei cieli"(III, 6,4 Scriptores Rerum Mythicarum Latini)....
I fiumi sono planetari.
Dante, che condivideva questa dottrina, la elaborò con dovizia di elementi paralleli.
Per lui Marte era importante in quanto detentore, per la sua posizione centrale nel sistema planetario, della maggior forza per il bene o per il male nell'azione.
Come nota centrale della scala, egli può divenire anche la forza armonizzatrice.
Tanto la tradizione ermetica quanto Dante stesso sono molto espliciti su questo punto.
È lui la Potenza planetaria che rappresenta Apollo? Per rispondere occorreranno altre indagini.
Nel suo cielo di Marte Dante pose il segno della Croce ("Sono venuto a portare non la pace, ma la spada"), simbolo del coraggio temerario e del sacrificio assoluto esemplificato da suo stesso antenato, il crociato Cacciaguida che egli sentiva a sé vicinissimo.
Nel cerchio di Marte dell'Inferno mise, benché riluttante, la maggior parte dei personaggi per i quali provava in realtà ammirazione: Farinata, l'Imperatore Federico II, il suo cancelliere Pier delle Vigne, Brunetto Latini, Capaneo e molti fieri conquistatori.
Anzi è uno di loro anche Ulisse, avvolto in quella "fiamma antica" che è più un simbolo della sua "ira" che dei suoi inganni.
Laggiù le virtù compaiono con il segno negativo: rappresentano il focoso diniego e la "cieca cupidigia e ira folle" che si puniscono da sole; ma chi le possiede è, nel complesso, di animo nobile....
Tratto da "Il mulino di Amleto" di de Santillana e von Dechend

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