venerdì 17 novembre 2017

Il patrimonio di conoscenza benedettina sulle cattedrali


Il patrimonio di conoscenze che i monaci benedettini conservavano nei chiostri dei loro monasteri sembrò improvvisamente aver trovato una via, un canale di trasmissione verso la realtà esterna al cenobio, raggiungendo così il mondo delle città e trovando applicazione nelle cattedrali.
Questo patrimonio culturale era costituito da quanto era sopravvissuto al naufragio della cultura classica dopo le invasioni barbariche e la caduta dell'impero romano: le preziose cognizioni furono salvate proprio dai monaci benedettini che nei loro monasteri coltivarono ogni tipo di scienza.
Una meritoria opera di attento recupero e anche di valorizzazione di oggi forma di arte e di ogni ramo del sapere e alla fine di questa paziente ricerca hanno saputo offrirne i risultati a tutti.
La cattedrale gotica costituirebbe una sorta di sintesi e nello stesso tempo l'esito più alto di una lunga gestazione.
Questa straordinaria mole di costruzioni presupponeva il pieno possesso di raffinate e complesse tecniche architettoniche.
Entrare in una cattedrale è un'azione emblematica in grado di suscitare emozioni e di indurre effetti "oggettivi" nella psiche e nel corpo di ogni visitatore.
La cattedrale nasconde dentro di sé simboli antichissimi che l'uomo è ancora capace di percepire benché in modo confuso.
Questi antichi simboli "leggibili" e "accessibili" aumentano in ciascuno la voglia di entrare nelle cattedrali e la possibilità di approfondire la conoscenza dei loro segreti.
Fulcanelli dice:
"Santuario della tradizione, della scienza e dell' arte, la cattedrale non deve essere guardata come un'opera dedicata unicamente alla gloria del cristianesimo, ma piuttosto come un vasto agglomerato di idee, di tendenze, di credenze popolari, un insieme perfetto al quale ci si può riferire senza timore ogni volta che c'è bisogno di approfondire il pensiero degli antenati in qualsiasi campo; religioso, laico, filosofico o sociale"
Il mistero delle cattedrali
Fulcanelli ha interpretato la cattedrale come un monumento di scienza nascosta, utile a tutti, ma decifrabile soltanto da chi conosca i principi di un linguaggio che è appunto esoterico, ossia segreto e non divulgabile al di fuori di una cerchia di "iniziati".
A Fulcanelli va il merito di aver illustrato il significato alchemico dei cicli di raffigurazioni.
La prima impressione che prova un visitatore in una cattedrale è una sorta di raddrizzamento.... i piedi sono come radici, la testa una specie di chioma, il corpo "dritto come un albero"...lo slancio verticale delle strutture gotiche, dei pilastri, degli archi e delle volte, obbliga in un certo senso anche l'uomo a rialzarsi, lo fa sentire protagonista del cosmo, collocandolo tra il cielo e la terra.
Gli uomini scoprono che esiste una dimensione diversa che è sottratta alle fatiche e alle miserie del quotidiano.
La cattedrale indirizzando il suo sguardo verso l'alto, lo spinge a oltrepassare la sua stessa condizione umana, legata alla terra, per avvicinarsi al cielo.
La cattedrale può essere considerata una manifestazione terrena, quasi un riflesso della città di Dio.
Si tratta infatti di un monumento che produce degli effetti positivi e che induce il visitatore ad assumere atteggiamenti capaci di liberarlo dai vincoli della logica umana e di suggerirgli che la libertà d'origine celeste è veramente alla sua portata.
Si è sentito il bisogno di preparare uno spazio apposito dove ospitare la gioia naturale della contemplazione della divinità...
Tratto da "I segreti delle cattedrali" di Antonella Roversi Monaco

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