San Bernardo di Chiaravalle nato nel 1090 vicino a Digione da una nobile famiglia.
Dopo alcuni esperimenti di vita ermetica egli si stabilì prima a Citeaux nel 1112, da dove nel 1115 partì per fondare in una luminosa vallata della contea di Troyes il monastero di Clairvaux, tradizuone del latino Clara Vallis (Chiaravalle).
Alla prima fondazione ne seguirono altre che spesso ebbero lo stesso nome, come in Italia è accaduto alla abbazie di Chiaravalle presso Milano (1133), Chiaravalle della Colomba presso Piacenza (1137) e Chiaravalle nelle Marche.
Quando egli morì l'ordine contava nel 1157 343 abbazie di cui lui ne fondi 66.
La ricerca di una "chiara valle" è singolarmente diffusa nel Medioevo e anche Perceval, il cavaliere senza macchia della Tavola Rotonda, protagonista del ciclo del Graal, deve il suo nome alla "chiara valle", detta appunto Perce-Val.
Il nome di Clara Vallis allude quindi alla luce ed è stato scelto volontariamente da San Bernardo, che seguiva una mistica della luce conforme agli insegnamenti di Dionigi Areopagita.
Fu considerato dai suoi contemporanei un taumaturgo dotato di poteri eccezionali.
Egli era forse un "teurgo", secondo il significato che il termine conservava presso gli antichi, per i quali la magia è una tecnica umana mentre la "teurgia" è un'operazione divina...teurgia significa letteralmente "l'opera di Dio".
La sua autorità nasceva, non solo da una profonda e penetrante conoscenza dei misteri della fede cristiana, ma anche da un singolare contatto con le forze della natura.
Bernardo sapeva parlare, da buon discendente degli antichi Celti, con gli alberi delle foreste, riuscendo a compiere la straordinaria impresa di legare il mondo della natura al mondo delle proporzioni e delle regole numeriche.
Nei monasteri di San Bernardo non c'era alcun bisogno di raffigurazioni, di decorazioni che potessero distrarre il monaco dalla contemplazione di Dio.
Le basiliche erano quasi nude.
Si tratta di una differenza significativa rispetto le cattedrali gotiche molto ricche di immagini, dovuta alla differente destinazione dei due edifici.
(Le cattedrali per il popolo e le abbazie ai monaci e alla meditazione)
concezione analoga sarà ripresa da San Francesco d'Assisi.
La Chiesa abbaziale è progettata secondo um codice ben preciso fatto soprattutto di proporzioni e di luce, influenzato dalla mistica della luce prediletta da San Bernardo.
Pare che San Bernardo fosse incline a considerare la natura alla stregua di un libro sacro.
Egli non voleva che i suoi monaci fossero colti, ma piuttosto che fossero capaci di rivolgersi alla natura, costruendo con lei un rapporto quasi di simbiosi.
Come nella migliore tradizione benedettina, sapessero coltivare, bonificare e che di dessero da fare, perché lavorare la natura è una forms di liturgia rivolta alla terra, che si rivela una benefica nutrice, purché la si tratti nel modo giusto.
Tratto da "I segreti delle cattedrali" di Antonella Roversi Monaco
Alla prima fondazione ne seguirono altre che spesso ebbero lo stesso nome, come in Italia è accaduto alla abbazie di Chiaravalle presso Milano (1133), Chiaravalle della Colomba presso Piacenza (1137) e Chiaravalle nelle Marche.
Quando egli morì l'ordine contava nel 1157 343 abbazie di cui lui ne fondi 66.
La ricerca di una "chiara valle" è singolarmente diffusa nel Medioevo e anche Perceval, il cavaliere senza macchia della Tavola Rotonda, protagonista del ciclo del Graal, deve il suo nome alla "chiara valle", detta appunto Perce-Val.
Il nome di Clara Vallis allude quindi alla luce ed è stato scelto volontariamente da San Bernardo, che seguiva una mistica della luce conforme agli insegnamenti di Dionigi Areopagita.
Fu considerato dai suoi contemporanei un taumaturgo dotato di poteri eccezionali.
Egli era forse un "teurgo", secondo il significato che il termine conservava presso gli antichi, per i quali la magia è una tecnica umana mentre la "teurgia" è un'operazione divina...teurgia significa letteralmente "l'opera di Dio".
La sua autorità nasceva, non solo da una profonda e penetrante conoscenza dei misteri della fede cristiana, ma anche da un singolare contatto con le forze della natura.
Bernardo sapeva parlare, da buon discendente degli antichi Celti, con gli alberi delle foreste, riuscendo a compiere la straordinaria impresa di legare il mondo della natura al mondo delle proporzioni e delle regole numeriche.
Nei monasteri di San Bernardo non c'era alcun bisogno di raffigurazioni, di decorazioni che potessero distrarre il monaco dalla contemplazione di Dio.
Le basiliche erano quasi nude.
Si tratta di una differenza significativa rispetto le cattedrali gotiche molto ricche di immagini, dovuta alla differente destinazione dei due edifici.
(Le cattedrali per il popolo e le abbazie ai monaci e alla meditazione)
concezione analoga sarà ripresa da San Francesco d'Assisi.
La Chiesa abbaziale è progettata secondo um codice ben preciso fatto soprattutto di proporzioni e di luce, influenzato dalla mistica della luce prediletta da San Bernardo.
Pare che San Bernardo fosse incline a considerare la natura alla stregua di un libro sacro.
Egli non voleva che i suoi monaci fossero colti, ma piuttosto che fossero capaci di rivolgersi alla natura, costruendo con lei un rapporto quasi di simbiosi.
Come nella migliore tradizione benedettina, sapessero coltivare, bonificare e che di dessero da fare, perché lavorare la natura è una forms di liturgia rivolta alla terra, che si rivela una benefica nutrice, purché la si tratti nel modo giusto.
Tratto da "I segreti delle cattedrali" di Antonella Roversi Monaco
Nessun commento:
Posta un commento