La forza delle cattedrali risiede anche nella loro capacità di agire sullo spirito grazie dell'armonia della proporzioni...in esse si trova un'armonia, un senso della misura e delle proporzioni che risparmiano dagli effetti di lunghe e difficili prove (come nelle iniziazioni).
Le misure matematiche delle cattedrali sono infatti calcolate attentamente e si richiamano agli insegnamenti del greco Pitagora, il fondatore della scuola filosofica che porta il suo nome
Nelle cattedrali è visibile uno splendido matrimonio tra due tradizioni: quella greco-romana e quella celtica.
I Celti sapevano riconoscere la voce della terra e le sue leggi ovunque si presentassero. I loro luoghi di culto non erano costruiti perché non c'era alcun bisogno di costruirli: la divinità era là dove parlava un albero oppure una pietra o l' acqua corrente e i Celti riconoscevano in quei luoghi l'esistenza di qualcosa di speciale.
Il concetto di bosco sacro (lucus in latino) non è estraneo neanche alla religione romana, che spesso ne prevedeva l'esistenza nei santuari degli dei, me la religione celtica era essenziale.
Nelle cattedrali la conoscenza della terra e della natura posseduta dai Celti si è fusa con i numeri della scienza greco-romana, ispirata dalla scuola pitagorica.
È sorta una foresta di pietra la cui chioma è rappresentata dai capitelli e dalle statue e il cielo dal luogo dove viene per forza indirizzato lo sguardo.
Gli alberi hanno la forma dei pilastri polilobati (a più lobi), i rami sono richiamati dai costoloni delle volte, il terreno dal pavimento.
I pilastri sono la viva immagine degli alberi sacri dei druidi e dove le volte si incontrano è come se formassero una galleria vegetale, costituita dalle chiome intrecciate di quegli alberi.
Le vetrate a differenza dell'uniforme fondo dorato di matrice bizantina che rappresenta la luce incorruttibile, lasciano passare la luce secondo forme e colori prefissati. Le vetrate sono come gli improvvisi raggi di sole che rischiarano la radura del bosco.
La cattedrale come i templi greci e romani, risponde a regole non modificabili, ossia alle magie dei numeri.
Bisogna quindi conoscere il gergo argot, o linguaggio segreto, per essere costruttori e per riprodurne gli effetti.
Un dato sorprendente e che spesso i costruttori erano analfabeti, benché immensamente sapienti nel linguaggio della costruzione.
Le cattedrali sono state spesso manomesso e a volte distrutte (come durante la rivoluzione francese).
Alcune caratteristiche delle cattedrali non sono state più comprese e sono quindi equivocate e ricondotte alle categorie dello stravagante, del bizzarro e del mostruoso.
Esse sono in realtà il risultato di un patrimonio di conoscenze esatte e specializzate.
Certe verità sono costanti e vanno oltre le differenze temporali, geografiche ed etniche.
Tratto da "I segreti delle cattedrali" di Antonella Roversi Monaco
Le misure matematiche delle cattedrali sono infatti calcolate attentamente e si richiamano agli insegnamenti del greco Pitagora, il fondatore della scuola filosofica che porta il suo nome
Nelle cattedrali è visibile uno splendido matrimonio tra due tradizioni: quella greco-romana e quella celtica.
I Celti sapevano riconoscere la voce della terra e le sue leggi ovunque si presentassero. I loro luoghi di culto non erano costruiti perché non c'era alcun bisogno di costruirli: la divinità era là dove parlava un albero oppure una pietra o l' acqua corrente e i Celti riconoscevano in quei luoghi l'esistenza di qualcosa di speciale.
Il concetto di bosco sacro (lucus in latino) non è estraneo neanche alla religione romana, che spesso ne prevedeva l'esistenza nei santuari degli dei, me la religione celtica era essenziale.
Nelle cattedrali la conoscenza della terra e della natura posseduta dai Celti si è fusa con i numeri della scienza greco-romana, ispirata dalla scuola pitagorica.
È sorta una foresta di pietra la cui chioma è rappresentata dai capitelli e dalle statue e il cielo dal luogo dove viene per forza indirizzato lo sguardo.
Gli alberi hanno la forma dei pilastri polilobati (a più lobi), i rami sono richiamati dai costoloni delle volte, il terreno dal pavimento.
I pilastri sono la viva immagine degli alberi sacri dei druidi e dove le volte si incontrano è come se formassero una galleria vegetale, costituita dalle chiome intrecciate di quegli alberi.
Le vetrate a differenza dell'uniforme fondo dorato di matrice bizantina che rappresenta la luce incorruttibile, lasciano passare la luce secondo forme e colori prefissati. Le vetrate sono come gli improvvisi raggi di sole che rischiarano la radura del bosco.
La cattedrale come i templi greci e romani, risponde a regole non modificabili, ossia alle magie dei numeri.
Bisogna quindi conoscere il gergo argot, o linguaggio segreto, per essere costruttori e per riprodurne gli effetti.
Un dato sorprendente e che spesso i costruttori erano analfabeti, benché immensamente sapienti nel linguaggio della costruzione.
Le cattedrali sono state spesso manomesso e a volte distrutte (come durante la rivoluzione francese).
Alcune caratteristiche delle cattedrali non sono state più comprese e sono quindi equivocate e ricondotte alle categorie dello stravagante, del bizzarro e del mostruoso.
Esse sono in realtà il risultato di un patrimonio di conoscenze esatte e specializzate.
Certe verità sono costanti e vanno oltre le differenze temporali, geografiche ed etniche.
Tratto da "I segreti delle cattedrali" di Antonella Roversi Monaco
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