lunedì 22 gennaio 2018

Il Bafometto e i templari


Il Bafometto aveva testa d'uomo, di metallo o di legno, a volte con due o tre facce e la forma poteva variare.
Assomigliava a un reliquiario, tanto che a Parigi nella casa del Tempio fu trovata una di queste teste, che normalmente non erano nascoste nelle commende, ma perfettamente visibili, poste su mensole, e che dopo il processo dparirono.
Dentro la testa di Parigi furono trovati due ossicini di cranio umano.
L'etimologia del nome "Bafometto" non è chiara e gli studiosi si sono a lungo interrogati sulla radice di questo nome.
È stato detto che significava "battesimo e iniziazione" cioè Bephè e Meteos.
Un'altra ipotesi lo interpreta come Bapheus meté, che vorrebbe dire "tintore della luna", che nel linguaggio alchemico indica coloro che possono trasformare l'argento in oro e che sono pervenuti alla realizzazione della Grande Opera.
Alcuni hanno pensato invece che potesse trattarsi di "Maometto" anche perché il Linguadoca le moschee erano chiamate baphomeries.
Il popolo chiamava inoltre "teste di Maometto" certi automi o teste semoventi che si pensava fossero abitate dal diavolo.
Papa Silvetro II, astrologo e alchimista, aveva portato dalla Spagna una di queste "teste", che rispondeva con un si o con un no alle sue domande.
Pare che si trattasse di un automa che funzionava grazie a un sistema matematico binario.
Anche Alberto Magno, il maestro di Tommaso d'Aquino, ne possedeva una analoga.
A volte cornuto, barbuto, con le ali, ermafrodito come appare sul portale della chiesa si Saint Mèry nel quartiere templare di Parigi, questa figura, che richiama certamente il demonio nell'immaginario popolare, era in realtà un concentrato di simboli alchimistici.
L'idolo era una scatola che conteneva un segreto alchemico.
Il segreto alchemico era costituito da una pietra o un osso in grado di tramutare in oro o argento altri materiali.
La trasmutazione dei metalli vili in oro non è un fatto esclusivamente tecnico.
Un profano non è in grado di trasformare nulla, nemmeno se possiede la pietra o le formule.
La trasformazione in oro è il segno di una perfezione personale, individuale, raggiunta dall'alchimista.
Il Bafometto "parlava" ed era in grado di emettere oracoli, a causa di una speciale risonanza prodotta nel suo interno.
Nel processo queste cose non furono dette, dato che gli accusatori non erano a conoscenza del segreto e non sarebbero mai stati in grado né di far parlare il Bafometto né di utilizzare la pietra.
Al processo era stato detto che da questa testa derivava ogni potere...
I templari avevano quindi un collegio di alchimisti.
Fabbricavano l'oro e in ciò consisteva il segreto della loro ricchezza e potenza?
Più prosaicamente si può ritenere che certe nozioni valgano oro e che ricchezza e potenza derivino da questa conoscenza.
I templari ebbero come motto "non a noi Signore, non a noi, ma al nome Tuo dà gloria" e furono anche alchimisti fecero erigere la cattedrale "per la maggior gloria del Tuo nome, o Signore": la cattedrale come un crogiolo alchemico.
Tratto da "I segreti delle cattedrali" di Antonella Roversi Monaco

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