venerdì 2 febbraio 2018

La luce e le vetrate delle cattedrali gotiche


Le vetrate istoriate avevano la funzione di mostrare alla gente semplice che non conosceva le Sacre Scritture ciò in cui doveva credere.
Esse erano in grado di creare all' interno delle cattedrali un'atmosfera calda, luminosa e radiosa, che era accresciuta e completata dalla decorazione pittorica.
È sottintesa in tutto ciò una mistica della luce..
La luce è un attributo di Dio e ne trasmette il Verbo ai credenti.
La sua trasparenza è un miracolo, perché la luce è materia ma, a differenza di ogni altra sostanza, è capace, come Dio stesso, di attraversare i corpi senza spezzarli.
La chiesa deve essere di una luminosità abbagliante come il paradiso, perché la luce divinizza e conferisce bellezza.
Una luminescenza diffusa può essere percepita perfino di notte nelle abbazie cistercensi e nelle cattedrali che hanno conservato le vetrate originali.
A Chartres o a Notre Dame di Parigi i rossi, i gialli, i blu brillano nell'oscurità, quasi fossero proiezioni o manifestazioni indipendenti della luce fisica.
I colori illustrano le rappresentazioni della storia sacra, le immagini del Redentore, della Madonna e dei santi e mostrano una grande capacità di suggestionare i visitatori delle cattedrali.
L'impatto emotivo prodotto dalla cattedrale sul pellegrino era notevole: egli, ancora prima di comprendere la struttura, percepiva immediatamente di trovarsi a contatto con una manifestazione della divinità.
È come se le vetrate ardessero di un proprio fuoco, simile al "fuoco filosofico" che alimenta le fasi della "Grande Opera" alchemica; come se manifestassero gli stessi colori che i discepoli di Ermete distinguevano durante i loro procedimenti segreti.
I colori di per se emanano energia.
Recenti ricerche hanno dimostrato che le acque delle sorgenti "miracolose" di alcuni santuari come Lourdes, alle quali sono attribuite proprietà curative, contengono tutto lo spettro dei colori, mentre l'acqua proveniente dalle falde vicine non ha né l'intero spettro cromatico ne le qualità curative.
Per tutti questi motivi i vetrai erano considerati come gentiluomini e quindi ammessi a portare la spada, non certo perché dovessero risultare di nobili origini, ma per la nobiltà riconosciuta alla loro opera.
Tratto da "I segreti delle cattedrali' di Antonella Roversi Monaco

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