mercoledì 4 aprile 2018

Cenni storici sulla magia e medicina


Magia e medicina: non si potrebbero trovare oggi due concezioni più contrastanti, due modi più diversi di avvicinarsi ai fenomeni naturali e di interpretarli.
Eppure gli studi storico-medici e le ricerche etnologiche hanno ampiamente dimostrato che la medicina è figlia della magia e che le moderne indagini cliniche non sono che l'evoluzione delle primitive pratiche magiche.
Nacque la figura dello stregone o sciamano dei popoli primitivi, inteso come intermediario tra l'uomo e gli spiriti della natura.
Particolare interesse presenta la cosiddette "magia simpatica", mediante la quale le popolazioni primitive cercavano di indurre la natura a esaudire i loro desideri.
La concezione magico-animistica della malattia, che verrà poi ripresa in modo più elaborato dalle civiltà più evolute, considerò sempre l'uomo malato come invaso da uno spirito malefico.
Le prime pratiche magico-terapeutico ebbero per scopo l'allontanamento di questo spirito dall'organismo colpito.
Si ispirarono alla necessità di purificare il malato, liberandolo dal peccato, causa prima della malattia.
I popoli preistorici non intendevano il peccato e la colpa come li intendiamo noi moderni, collegati cioè a una cosciente idea religiosa e a una morale organicamente costruita.
Il peccato fu quasi sempre per i primitivi inteso come la violazione di un tabù, cioè di una proibizione spesso imposta dai capi o dagli stregoni, che oggi può apparire assurda è ingiustificabile.
Religione e magia costituirono nella preistoria un tutto unico e inscindibile.
L'evolversi dello spirito religioso portò come conseguenza il distacco della magia dalla religione..
La preghiera è destinata a implorare una grazia dal dio, l'incantesimo e l'esorcismo dei maghi mirano a infrangere, con la loro stessa forza, le leggi della natura, anche contro il volete della divinità.
Questa distinzione tra religione e magia fu netta e precisa in alcune civiltà, mentre in altre fu più confusa e indistinta.
Presso gli antichi Egiziani magia e religione spesso si sovrapposero e i sacerdoti non sempre si distinsero dai maghi.
Lo stregone, praticando sul malato i suoi incantesimi, cominciò a osservare più attentamente i sintomi, a differenziarne e a riconoscerne le caratteristiche anatomiche e ad applicare rimedi sempre più concreti.
La storia della medicina comincia a considerare positivamente una civiltà, quando in essa le pratiche magiche decadono o, conservando un'importanza puramente formale, sono gradualmente sostituite da una terapia basata sull'esperienza e sul ragionamento.
Questa presa di posizione ha particolarmente valore per le civiltà nate in Europa, nella prima delle quali, la greca, noi assistiamo al passaggio dalle pratiche mistiche dei templi di Asclepio alla medicina Ippocratica, primo esempio di un'interpretazione della malattia sganciata da ogni nostalgia del soprannaturale.
Nelle civiltà orientali, già fulgide e splendenti quando la Grecia era ancora popolata da povere comunità di pastori, l'evoluzione della medicina assunse invece caratteristiche del tutto differenti...l'arte medica si sviluppò e progredí mirabilmente, senza contrapporsi alla magia e senza tentare di sostituirla, ma affiancandosi a essa è vivificandola con i frutti dell'esperienza.
Gli antichi medici dell'Oriente non si preoccupavano di trovare alle malattie una causa organica e positiva, ma pur continuando ad applicare formule magiche e incantesimi, unirono a essi tutti quei mezzi concreti che erano loro suggeriti dell'esame del malato.
L'impronta delle medicine pre-ippocratiche orientali non deve quindi essere sottovalutata, ma piuttosto interpretata obbiettivamente, tenendo conto delle caratteristiche psicologiche ed ambientali che le hanno costituite.
Una tradizione medica, che pur senza aprire nuove porte all'interpretazione delle malattie, raggiunse dei risultati veramente sorprendenti nel trattamento pratico dei malati.
I medici dell'antico Egitto recitavano degli incantesimi porgendo i farmaci ai loro ammalati, dobbiamo tra l'altro, considerate che quegli stessi medici misero a punto tre o quattromila anno orsono delle diagnosi di gravidanza basate sulle proprietà dell'urina della donna gravida, che furono riprese dalla scienza moderna solo nel nostro secolo.
Queste antiche medicine orientali sono troppo spesso trascurate e misconosciute, malgrado la loro innegabile influenza sulla scienza medica europea dei secoli successivi.
Troviamo infatti con grande frequenza, nella medicina greca, nei precetti della scuola salernitana, nell' arte medica dei popoli celtici e in tutta la medicina medievale, tecniche e prescrizioni che non sono altro che la copia di quanto era già stato affermato e sperimentato dai popolo dell'antico Oriente.
La medicina ebbe maggiore sviluppo nelle civiltà assiro-babilonesi, nell' Egitto, nell'India e nella Cina.
Tratto da "Medicina e magia dell'antico Oriente" di F. Fiorenzuola F. Parenti

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