venerdì 21 settembre 2018

Breve escursus sulle origini dell'alchimia


Nel II-III secolo d.C., con ogni probabilità si origina la divulgazione delle tecniche metallurgiche che fanno capo all'Egitto.
Nel III secolo, in particolare, prende vita l'elaborazione di tecniche innovative mirate alla trasformazione (Tintura) dei metalli e delle apparecchiature ausiliari, indispensabili alla distillazione, che vengono descritte in alcune opere posteriori raffigurate anche nei manoscritti alchimici.
Tra gli alchimisti dei primordi ricordiamo Chimes, Ostane, Ermete, Iside, Pibechios, Agatodemone, nomi fittizi naturalmente, e gli alchimisti ebrei.
Tra questi nomi non dobbiamo dimenticare Maria l'ebrea, a cui si deve il trattato sui forni, purtroppo perduto, in cui si spiegava la tecnica di costruzione di queste apparecchiature specificamente alchimiche.
Non meno importante è Zosimo di Panopoli, il quale menziona Maria e palesemente fa riferimento all'insegnamento di quest'ultima.
Zosimo è stato il primo autore di alchimia di cui permangono gli scritti.
Nel IV secolo fanno la loro comparsa le più antiche testimonianze scritte in materia, come le ricette per la fabbricazione dell'oro, delle gemme e dei coloranti.
Pensiamo ai Papiri di Leida, conservati al Rijksmuseum, e a quelli di Stoccolma custoditi alla Kongelike Bibliotek
Il corpo dottrinario che esplica la scienza della trasmutazione dei metalli e le pratiche annesse, i simboli, vengono acquisiti e recepiti anche dal mondo islamico.
In questo periodo vengono vergati i primi commenti sull'argomento a opera di Sinesio e di Olimpiodoro, dedicati al lavoro alchimico dello pseudo Democrito e di Zosimo.
Persino all'Imperatore Giustiniano (527-565) vengono attribuiti testi sull'alchimia, secondo quanto tramandato da alcuni alchimisti posteriori.
Stefano l'alchimista redige le sue Lezioni (o Pràxseis) d'alchimia, dedicandole all'Imperatore bizantino Eraclito.
Lo stesso Eraclito viene indicato come autore di scritti sulla produzione dell'oro.
Altro testo interessante risulta il lavoro creato, a quanto sembra, da Cleopatra (Chrysopeia), incentrato sulla figura simbolica dell'Ouroboros.
In tale contesto si profila la simbologia dell'unione nuziale.
Giabir (721-765 o 822 a.C) il grande alchimista arabo, introduce alcuni elementi alchimici di notevole valore sperimentale nell'ambito del mondo islamico.
Tali concetti affondano le loro radici nella scienza cosmologica di origine orientale.
Tratto da "La scienza dell'Hermes" di Stefano Mayorca

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