mercoledì 2 gennaio 2019

L'esegesi della Bibbia attraverso la mistica ebraica


La Bibbia ha in ogni sua parte, anche quella apparentemente meno significativa, il valore di manifestazione della vita di Dio, di cui costituisce un insieme di simboli.
Questi, a loro volta, non si possono né comprendere né spiegare, ma solo intuire in maniera forzatamente confusa, e scoprire in modo approssimativo e personale.
Si ritrova nello Zohar l'uso di alcuni mezzi e procedimenti tecnici di esegesi mistica, propri dell'esoterismo ebraico:
Il più famoso tra questi è la Ghematrià, che consiste nel computo del valore numerico delle singole parole ebraiche in base a precise regole, e nella ricerca di rapporti e nessi con altre parole o versi biblici, aventi il medesimo valore numerico.
Altri caratteristici strumenti di "tecnica mistica", applicata all'esegesi, sono la Temurà, che consiste nella sostituzione di alcune lettere di una parola o di una frase con altre lettere corrispondenti, secondo regole ben definite; ed il Notariqon, che è un procedimento in base a cui le lettere di una parola sono considerate come altrettante iniziali di una frase biblica, o comunque come sigle simboliche di un intero periodo.
Lo Zohar considera importante e valida nell'interpretazione della Bibbia solo la via mistica.
Non gli interessano né il metodo letterale, né quello omiletico, e neppure l'allegoria, che considera strumenti secondari e di scarso valore per l'esperienza religiosa.
È sotto il velame dei simboli misteriosi del testo che pulsa la realtà vivente di Dio, e l' uomo la può intuire solo ricercandola col travaglio della propria anima e sollecitando tutto se stesso in questo sforzo.
È vero che la Bibbia possiede anche un significato letterale e umano.
Lo Zohar non ha difficoltà ad ammetterlo; ma con la stessa decisione afferma che non è certo questi a conferire alla Bibbia il suo carattere divino.
La chiave per l'interpretazione biblica più vera sta nell'individuazione dei rapporti e dei nessi tra i simboli della Bibbia e le sephiroth.
Tratto da "Zohar. Il libro dello splendore" a cura di Elio e Ariel Toaff

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