lunedì 18 febbraio 2019

Parallelismi tra la mistica taoista e la mistica ebraica parte 1


Una descrizione chiaramente dettagliata di un testo taoista cinese sulla meditazione (se si prescinde dalla terminologia) porrebbe essere stato tratto dallo Zohar;
Il taoista per prima cosa trascende gli affanni del mondo, poi le cose materiali e infine la sua stessa esistenza.
Attraverso questo graduale distacco egli consegue l'illuminazione ed è capace di vedere tutte le cose come Una.
Chang Chung-yuan
A tale scopo il mistico cinese, al pari di un mistico ebraico, sostiene anche la pratica di determinate tecniche di respirazione.
Ciò che il mistico ebraico definisce come "quattro direzioni" del respiro, Tao-an, un maestro buddista del IV secolo, chiama Anapana, che divide in quattro tecniche le quali "fanno uso delle funzioni del corpo".
Anche la pratica meditativa taoista paragona il corpo umano al macrocosmo, concentrandosi sulla colonna vertebrale in quanto sorgente di energia divina, che può essere evocata mediante una combinazione di visualizzazione e respirazione.
Come il kabbalista che "agita il mondo superiore" sedendosi in meditazione quaggiù, il taoista riflette il mondo esteriore attraverso l'armonizzazione di mente, respiro e corpo.
L'uomo cosmico e l'albero delle sfere del kabbalista, nonché gli elementi corrispondenti, hanno nel taoista, come controparti, le quattro stagioni, i cinque elemento, le nove divisioni, i trecentosessanta giorni.
Analogamente l'uomo ha quattro arti, cinque  organi interni, nove orifizi e trecentosessanta articolazioni.
Il Cielo ha vento, pioggia, freddo, caldo; l'uomo, analogamente, ha gioia, collera, conquista, dono...
L'uomo forma una triade con il Cielo e la Terra, e la mente è il signore...
Ciascun organo corporeo del taoista è quindi analogo a un elemento, a una direzione dello spazio, a una stagione.
E, per usare le parole dello Zohar, sono tutti interdipendenti.
I molteplici simboli del Taoismo, tuttavia, si riferiscono in modo molto specifico alle tecniche di respirazione meditativa.
"Una sola grande circolazione celeste" - da confrontare con una completa ad "ascesa" e "inversione" della mistica ebraica- muove verso l'alto il respiro lungo la colonna vertebrale, fino alla sommità del capo e verso il basso, passando per il volto, prevedendo tutto il corpo mentre torna al suo fondamento, alla base della colonna vertebrale.
Anche l'esercizio taoista inizia con una visualizzazione e termina con una sensazione del tutto fisica di "circolazione del 'respiro' come corrente di calore".
Ciò si può confrontare con la "luce" del kabbalista.
Diversi centri del corpo sono menzionati dal taoista con non mi metaforici quali "palazzo di porpora" e " camera mistica" - quasi sovrapponibili alle "sale del palazzo" del kabbalista.
I testi esoterici taoisti fanno riferimento alla "visione" del moto del respiro, nonché all'atto mentale di controllarlo e dirigerlo consapevolmente verso i diversi centri corporei.
Anche il meditante taoista sceglie d'iniziare con la contemplazione del  punto più alto e non manifestato.
Anch'egli è scosso dall'estatica irruzione di luce che ne consegue: "A volte si manifesta un improvviso lampo di luce, che illumina tutto il corpo al di là di qualsiasi controllo".
L'"unificazione" dei due centri localizzati nel cuore e nel rene viene chiamata "far discendere il Drago Blu dalla Corte del Fuoco affinché incontri la Tigre Bianca dall'abisso dell'Acqua" - esattamente come o kabbalista univa le sfere de la Bellezza (blu, identificata con il sole e il fuoco) (cuore) e del Fondamento (legata all'acqua e alla luna).
Se sottratto ai suoi misteriosi rivestimenti e spogliato dei riferimenti religiosi, l'albero delle sfere kabbalistico è chiaramente una mappa di respirazioni e concentrazioni, e lo stesso vale per i "corpi" celesti e terreni del taoista.
Tratto da "Le vie della Kabbalah" di Perle Epstein

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