venerdì 7 giugno 2019

La leggenda di Iside ed Osiride


Intorno al 2200 a. C. l'Egitto subì la più tremenda crisi che possa attraversare un popolo: l'invasione e una quasi conquista straniera.
L'invasione fenicia, condotta dai re pastori, chiamati Hyksos, precipitò sul delta e sul medio Egitto.
I re scismatici portavano con sé una civiltà corrotta, la mollezza jonica, il lusso dell'Asia, i costumi dell'harem e la grossolana idolatria.
Compromessa era l'esistenza nazionale dell' Egitto, pericolante l'intellettualità e minacciata la sua universale missione; ma lo animava un corpo organizzato di iniziati, depositari dell'antica scienza di Ermete e di Ammon-Râ.
Infatti quel sacerdozio, che sembrava curvato sotto l'invasione riconoscendo il dominio degli usurpatori, che imponevano la legge del Toro e il culto del bue Apis, conservava invece nell'intimo recesso dei templi la scienza, le tradizioni e l'antica e pura religione avita con la speranza di restaurazione della dinastia nazionale.
Fu in quell' epoca che i sacerdoti diffusero tra le folle la leggenda di Iside e di Osiride, dello smembramento di questo e della sua risurrezione per opera di Oro, suo figlio, il quale ritroverebbe, trasportate del Nilo, le sue sparse membra.
Il popolo lenito soltanto dalla speranza che proponeva in Oro, intermediario divino, conservava amore all'antica religione.
Ma contemporaneamente sentivano gli iniziati esser necessario che inattaccabile fosse la verità esoterica e perciò la coprirono di  un triplice velo.
Al diffuso culto popolare di Iside e Osiride corrisponde l'intima e sapiente organizzazione dei misteri maggiorati e minori, difesi da quasi insuperabili barriere e da tremendi pericoli.
Furono inventate le prove morali e richiesto di giurare il segreto, mentre con grande rigore s'infliggeva la pena di morte agli iniziati, che divulgassero il minimo particolare dei misteri.
L'iniziazione egiziana non fu soltanto rifugio di esoteriche dottrine, ma anche crogiuolo, ove si preparavano puri elementi per la nazionale risurrezione e scuola di religioni future.
Mentre i coronati usurpatori regnavano in Menfi, lentamente Tebe preparava la rigenerazione del paese.
Dal suo tempio dalla sua arca solare, uscì Amos, il salvatore dell' Egitto che cacciò gli Hyksos, dopo nove secoli di loro dominazione e ripristinò nel suo diritto la scienza egiziana e la virile religione di Osiride.
Tratto da "I grandi iniziati. Volume primo" di Edoardo Schuré

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