lunedì 8 luglio 2019

Cabala e neo-platonismo


Si sa che è di moda, negli ambienti universitari, la pretesa di ricollegare la Cabala al neo-platonismo, in modo da diminuirne l'antichità e l'importanza; non viene infatti riconosciuto come principio indiscutibile che ogni cosa non potrebbe provenire se non dai Greci?
Si dimentica che lo stesso neo-platonismo contiene molti elementi che non hanno niente di specificamente greco e che il Giudaismo in particolare aveva, nell'ambiente alessandrino, una importanza tutt'altro che trascurabile, al punto che, se davvero vi furono dei "prestiti", essi si operarono probabilmente in senso inverso.
L'adozione di una dottrina straniera male si concilia con il "particolarismo" che è sempre stato uno dei tratti dominanti delle spirito giudaico.
Il neo-platonismo non rappresenta che una dottrina relativamente exoterica (pur essendo basato su taluni dati d'origine esoterico, essa non ne costituisce che una "esteriorizzazione"), e come tale non ha potuto esercitare un'influenza reale su di una tradizione essenzialmente iniziatica molto chiusa, come è ed è sempre stata la Cabala.
Quest'ultima ragione vale contro la pretesa di ricollegare l'esoterismo islamico allo stesso neo-platonismo; solo la filosofia, presso gli Arabi, è di derivazione greca, come è d'altronde, ovunque lo si trovi, tutto ciò che si può denominare propriamente "filosofia" (in arabo falsafah), e che è come il marchio di questa origine; ma qui non si tratta affatto di filosofia.
Non si vuole contestare che una scienza tradizionale dei numeri sia esistita anche presso i Greci; essa costituì addirittura la base del Pitagorismo, che non è una semplice filosofia, ma aveva anch'esso un carattere propriamente iniziatico.
Tratto da "Forme tradizionali e cicli cosmici" di René Guénon

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