lunedì 2 settembre 2019

Il giovane Platone


Platone 429 a.C.
L'anima di Platone era così dolce, così limpida, così aperta, come la volta del cielo sull'Acropoli.
Platone era un giovane di alta statura, dalle spalle larghe, grave, raccolto, quasi sempre silenzioso: ma quando apriva bocca, una sensibilità squisita, una dolcezza carezzevole spirava dalle sue parole.
In lui non v'era nulla di angoloso, nulla di eccessivo.
Le sue attitudini svariate si celavano come fuse nell'armonia superiore del suo essere; una grazia alata, una modestia naturale nascondevano la serietà del suo spirito; una tenerezza quasi femminea faceva da velo alla fermezza del suo carattere.
In lui la virtù si adornava d'un sorriso e il piacere d'una castità ingenua.
Ma ciò che dava a quest'anima un'impronta dominante, straordinaria, unica, è che nascendo sembrava avesse concluso un patto misterioso con l'eternità.
Solo le cose eterne sembravano vivere in fondo ai suoi grandi occhi: le altre vi passavano come vane parvenze in uno specchio profondo.
Dietro alle forme visibili, cangianti, imperfette del mondo e degli esseri, gli apparivano le forme invisibili, perfette, risplendenti in eterno di quei medesimi esseri, che vede lo spirito e che ne sono i modelli immortali.
Ed ecco perché il giovane Platone, senza aver formulato la sua dottrina....aveva già coscienza della realtà divina dell'Ideale e della sua onnipresenza.
L' amore e l'armonia, ecco il fondo dell' anima di Platone.
L'amore della Bellezza eterna e l'armonia che abbraccia l'universo.
Più un' anima è grande e profonda, maggior tempo essa impiega a conoscere se medesima.
Tratto da "I grandi iniziati. Volume secondo" di Edoardo Schuré

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