venerdì 20 settembre 2019

Platone; l'epifania dell'anima


Platone sostituì la dottrina dei tre mondi con tre concetti, che, in mancanza dell'iniziazione sistematica, restarono per duemila anni come tre vie aperte verso il fine supremo.
Questi tre concetti si riferiscono ugualmente al mondo umano e al divino ed hanno il vantaggio di congiungerli, benché in maniera astratta.
Qui appunto si mostra il genio volgarizzatore e creatore di Platone, che gettò torrenti di luce sul mondo, ponendo sulla stessa linea le idee del Vero, del Bello e del Bene; rischiarandole reciprocamente, dimostrò che esse sono tre raggi dello stesso fuoco, i quali, riducendosi, ricostruiscono questo medesimo fuoco, cioè Dio.
Nella ricerca del Bene, cioè del Giusto, l'anima si purifica e si prepara a conoscere la Verità: prima e necessaria condizione del suo progresso.
Nell'indagare e allargare l'idea del Bello, essa raggiunge il Bello intellettuale, luce intelligibile, madre delle cose, animatrice delle forme, distanza e organo di Dio: tuffandosi nell'anima del mondo, l'anima umana sente spuntar le sue ali.
Nel determinare l'idea del Vero, essa sente raggiungere la pura essenza, i principi convenuti nello Spirito puro e riconosce a sua immortalità per mezzo dell'identità del suo principio col principio divino.
Perfezione: epifania dell'anima.
Aprendo queste grandi vie allo spirito umano Platone ha definito e creato, all'infuori dei sistemi ristretti e delle religioni particolari, la categoria dell'Ideale, che doveva sostituire per molti secoli, e sostituire ancora ai nostri giorni, l'iniziazione organica e compiuta.
Egli aprì le tre vie sacre, che conducevano a Dio.
Tratto da "I grandi iniziati. Volume secondo" di Edoardo Schuré

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